Domenica 4 ottobre: Monte Navegna : La terrazza fra due laghi.
Navegn (perchè c’è mancata la cima), un lago (per il secondo si vedrà), un istrione (solo uno per fortuna!) ma due gite e due filosofe…..
Quando ci raduniamo il tempo non è granchè : è nuvoloso e la cima del Navegna davanti a noi è coperta. Natalino – il nostro accompagnatore – è confortato dalle previsioni (avrà consultato tutto il consultabile!!), Katharina ci rassicura con una teoria indiscutibile: sotto le nuvole il cielo è coperto ma sopra di esse ci sarà sicuramente il sole…Dopo una salita ripida ma non lunga, ci aspetta una bella faggeta. Gli alberi sono davvero imponenti e le loro chiome, là dove lo spazio lo consente, hanno delle dimensioni notevoli. Il sentiero l’attraversa lieve, consentendoci un passo gentile mai troppo affaticato e mi piace molto questo camminare fra i primi colori dell’autunno. Siamo in otto e procediamo abbastanza compatti e anche l’espressione di meraviglia – ad un certo punto – è quasi collettiva: le nuvole sono entrate nel bosco e hanno creato un effetto particolare, una atmosfera magica che ci fa pensare che potremmo incontrare i folletti o la strega cattiva. In effetti qualcosa di particolare Maria la vede. E’ una strana cosa, nessuno di noi l’ha mai vista, somiglia a un fiore, forse un oggetto perduto da qualcuno… ma io non resisto e la tocco… ha la consistenza di un fungo… Ebbene si, ve lo confermo dal sito ufficiale di Arcoiris: esiste un fungo a fiore e a stella… peccato averne visto uno solo… chissà se e quando ricapiterà!!!
Purtroppo, però, le nuvole nel bosco ci comunicano – a modo loro – che il tempo peggiora man mano che saliamo e saranno pochi gli sprazzi di sole che ci permetteranno di vedere una parte del bel panorama che la cima ci aveva promesso. Però è bello il lago del Turano. E’ sinuoso, s’allarga quando sale e le sue acque si fanno strada creando addirittura un fiordo. Sul monte che si erge al centro sorge un paese in stato di abbandono e l’insieme, visto da lontano, crea un bell’effetto di movimento nel panorama del lago.
Saliamo sperando nel sole sopra le nuvole ma non se ne trova anzi, il tempo peggiora vistosamente. Le nuvole bagnate ci avvolgono creandoci problemi di visibilità e un vento implacabile ci gela… insomma pur vicini alla meta consideriamo inutile arrivare in cima, continuando in quelle condizioni per non vedere nulla. Troviamo rifugio dal vento in un piccolo spiazzo chiuso da alberi e mentre mangiamo il nostro panino in piedi Antonietta e Lamberto ci illustrano la pericolosità biologica della buccia di banana, così Natalino se la deve riportare a casa, mentre io posso buttare il mio torso di mela pensando con simpatia ai cavalli e ai somarelli che ci hanno tenuto compagnia lungo il percorso. Peppe si è trovato un angolino riparatissimo e quando lo chiamo, brontolando per la sua scelta isolazionista, mi risponde che lui è un istrione… ma mica uno qualsiasi… quello di Aznavour… avete presente? “Io sono un istrione e la genialità è nata insieme a me”!! Ha ragione però, uno lo deve fare bene… Fra le proteste di Katharina, che davvero vuole vedere le nuvole diradarsi in cima, riprendiamo a scendere. Il bosco ci accoglie offrendoci un riparo dal vento e una discesa un po’ scivolosa. Katharina si adagia dolcemente e senza far rumore, lei secondo me non potrebbe fare altrimenti, su un morbido tappeto di foglie ma, tende a precisare subito, lei non è caduta: “cercava un altro punto di vista”. Questo vorrà dire che anche Elda, che con molta grazia si è adagiata sul terreno due volte prima di lei, aveva cercato il suo punto di vista e… voleva approfondire?!
Fuori dal bosco si conferma definitivamente il contrario della teoria tedesca del sole: ha brillato, sì, ma sotto le nuvole! Noi ci fermiamo per stenderci un po’ al sole, riscaldarci e goderci il panorama del lago così come l’abbiamo desiderato tutto il giorno. E qui che l’istrione – a questo punto anche titolista – ci propone il titolo senza la “a” finale a ricordo della cima mancata. Quando Antonietta esclama “Adesso comincia la seconda gita”, Natalino ci propone una visita al paese e un bar dove bere qualcosa. Come sempre la parola “bar” fa il suo effetto e ci incamminiamo contenti e già dimentichi del vento e dell’umido patito!!
Castel di Tora è inserito fra “I borghi più belli d’Italia” e sicuramente questo ha dato nuovo impulso alla vita del paese che è piccolo e curato. Ha una posizione felice su un promontorio con il lago che gli gira intorno e così ogni sua piccola piazzetta diventa un belvedere. In una di queste ci fermiamo a chiacchierare e fra caffè, birra, biscotti, e qualche necessario thè caldo, chiacchieriamo delle nuove escursioni da fare in questa zona che ci è piaciuta molto. Insomma… con gli arcoirisiani una escursione tira l’altra!!
Rossella G.
Lo dicevo che Rossella non avrebbe fatto rimpiangere i miei resoconti. Adelante; siempre! Gualtiero
A Rossella non sfugge niente. Come faccia non lo so. Sicuramente è difficile scrivere dopo di lei.
antonietta