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Il sacco lenzuolo


numero 12 – Newsletter dell’Associazione Arcoiristrekk – dicembre 2020


Chi va per sentieri, almeno una volta nella vita, deve alloggiare in un rifugio. Può essere un’esperienza fortificante! Non dico dei pomeriggi passati a giocare a scala quaranta o a briscola, o dei pasti con polente al sugo o con minestroni vari.

Parlo delle notti e parlo dei dormitori. Pochi altri luoghi sono formativi come un’affollata camerata ricca di effluvi ed espressioni sonore varie.

Dopo una dura giornata di cammino, quando si arriva alle otto di sera non si vede l’ora di abbracciare Morfeo. Così nel pomeriggio ci si deve premunire e, sfruttando la luce del giorno, ci si prepara il giaciglio.

È in quel momento che dallo zaino esce fuori il sacco lenzuolo. Il poveretto si fa tutto il periodo del trekk sepolto sotto la mole del resto dell’equipaggiamento, ma mentre si prepara il bagaglio l’escursionista lo deve collocare in testa alla lista delle cose più importanti da portare.

Certo si può dormire, violando le regole, solo con le coperte fornite dal rifugio, ma non si incontrano profumi di lavanda e morbidezza da Coccolino.

È vero, ormai, si può acquistare dal gestore del rifugio il saccoletto simile a quelli delle vecchie cuccette dei treni, ma nonostante l’episodio denominato delle lenzuola d’oro che coinvolse le Fs alla fine degli anni ’80, questi teli non sono certo pregiati.

Infine si potrebbe usare il sempiterno sacco a pelo, ma perché caricarsi di tanto peso in più?

Dunque meglio il sacco lenzuolo, meglio ancora se fatto in casa con un cotone di qualità.

È necessario un tessuto di stoffa leggera e robusta, cucito o fatto cucire delle dimensioni giuste. Troppo ampio significa trovarsi, di notte e al buio, soffocati come la povera pianta intorcigliata dall’infestante edera. E nel groviglio ci si trova, magari stretti stretti, fusi col vicino di cuccetta! Insomma si rischia di ingarbugliarsi più dei pensieri di certi politici.

Troppo stretto si diventa una salsiccia di macinato stufata nel proprio calore corporale!

La cosa più complicata? Il tratto di lenzuolo in più che deve assolvere il compito di federa copricuscino.

Primo, ricordarsi di realizzare questa specie di tasca, senza si sarebbe costretti ad usare l’asciugamano o un qualche indumento più o meno pulito.

Secondo, non fate i tirchi: una “tasca” troppo piccola è inutile.

Terzo, non servono bottoni o chiusure lampo, questi sono solo orpelli da società consumista.

Infine, se volete, fate come qualcuno di mia conoscenza: confezionatevi un bel sacco lenzuolo a fiorellini. Non profumerà come la flora dei prati alpini, ma porterà un tocco di grazia anche in quelle tane soffocanti che, a volte, possono diventare i letti dei dormitori di montagna.

Luciano B.

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