Sabato 19 giugno 2021 – Da Castel di Tora a Ascrea nella Riserva naturale Monte Navegna e Monte Cervia
19 giugno a Roma fa un caldo asfissiante, soffocante che toglie il fiato e l’energia. Ce la faremo a fare il trekking proposto da Natalino da Castel di Tora a Ascrea nella Riserva naturale Monte Navegna e Monte Cervia? Sì, pare proprio di sì. È talmente tanta la voglia di muoversi, finalmente, dopo la sosta forzata dovuta alla pandemia, che perfino per i trekking più impegnativi ormai ci si prenota in tanti: eravamo 19, uno per ogni giorno di giugno, forse ad attirare così tante persone è stato il fatto che il dislivello fosse solo di 100 metri, chissà. No, non è quello perché eravamo stati avvisati di non fidarci perché il percorso prevedeva tanti saliscendi e così è stato. Ma la cronaca?
Le indicazioni di Natalino per arrivare al primo appuntamento ad Aprea sono così precise che arriviamo più o meno tutti puntualmente e senza neanche perderci. Il luogo del nostro primo incontro è proprio davanti ad un bar, meglio di così non poteva essere, la seconda colazione o il secondo caffè sono assicurati. Chi c’è? L’ho detto eravamo tanti, per essere una vera escursione montanara e siamo vecchi e nuovi (ma già da un po’ sempre con noi) camminatori, anzi c’è anche chi non vedevamo da tempo, Diana e Benedetto sono tornati tra noi, e manca la presidente che se ne sta al nord, al fresco, manca la tesoriera, ma Peppe ricopre entrambi i ruoli, anzi di più, oltre a chiedere subito, prima della partenza, la quota, che non si sa mai se qualcuno poi fuggirà per sentieri e valli, ricorda a tutti con fare deciso di tirar su la mascherina appena ci vede un po’ più vicini. E che diamine! In realtà ha ragione, il punto è che ci sentiamo tutti più tranquilli perché ognuno di noi ha fatto almeno la prima dose di vaccino. Ed anche questa volta, come ormai accade in ogni nostra escursione, si parla di Covid e di vaccini. Le nostre amate chiacchiere, però, non si limitano solo a questi argomenti e, quindi, mentre affrontiamo subito la prima parte del nostro andare ci si scambiano notizie sui figli, sul lavoro, anche se tanti di noi sono già in pensione (beati loro), sulla salute, di politica ormai si parla poco e solo un po’ di striscio, sarà perché non c’è Gualtiero a stimolarci in tal senso? Eppure l’indomani ci sono le primarie del centrosinistra per il sindaco di Roma e per i Presidenti di Municipio. Io provo molto timidamente e solo con alcuni a fare un nome per il Municipio V, ma in realtà è solo in macchina al ritorno che se ne parla fra me e Luciano Cantisani.
Il percorso non è difficile né particolarmente faticoso, anche con tutti i saliscendi di cui eravamo stati informati, il sentiero è ben tracciato, i segnali frequenti, all’inizio le cacche di cavalli e di asini ci fanno capire quale fosse la destinazione d’uso del sentiero che si snoda a mezza costa offrendoci uno spettacolo riposante, rilassante. Non perdiamo mai di vista il lago, le insenature, le penisole ed il corso dell’acqua che ha segnato e segna i luoghi pieni di vita vegetale ed umana di quest’incanto. Per chi volesse sulle rive è stato attrezzato anche un campeggio. Il caldo si fa sentire anche qui, però non ci scoraggia, non è asfissiante come quello cittadino e quindi proseguiamo con fare più o meno spedito tra fiori e fiorellini, farfalle danzanti e odori inebrianti, tra boschetti e spazi aperti, ognuno con il suo passo, Natalino guida e spiega, Peppe chiude la truppa. Niente sosta per i soliti biscottini o per la frutta secca, la cioccolata o altro a metà percorso, si va tranquilli fino alla méta: Ascrea e lì sul belvedere del paesello ci accomodiamo ad addentare i nostri panini o ad aprire contenitori vari con riso, pomodori, insalate miste o vai a sapere cosa, mentre ascoltiamo le chiacchiere dei paesani seduti sulle panchine a fianco a noi. C’è il tempo di un caffè o del gelato per chi è riuscito ad entrare al bar prima che diventasse solo ristorante e poi riprendiamo i nostri zaini, le nostre bacchette e ci inerpichiamo più su nel paese per ammirare altri paesaggi. Natalino ci racconta di un ponte romano, di un vecchio mulino, peccato che non si vedano! Ci fidiamo lo stesso in ogni caso. Se lui poi vorrà mandare una bella foto ci sembrerà di averli visti dal vivo. Il cadavere di una serpe ci fa alquanto inorridire, ma c’è chi, invece, lo fotografa entusiasta. Poi prendiamo la via del ritorno percorrendo la stessa strada dell’andata tra saliscendi, fiori, farfalle, alberi e cespugli, ma sempre con vista lago, questa volta alla nostra sinistra. Qualcuno va un po’ più lentamente e ogni tanto ci si ferma ad attendere, infine arriviamo al punto di partenza e le sorelle Carlomagno non si fermano neppure per un caffè, ripartono per Roma immediatamente per un impegno serale. Oh, questi di Arcoiris non sono mai sazi! Gli altri, invece bivaccano con birre, caffè, gelati, patatine e chi più ne ha più ne metta prima di ripartire soddisfatti e con il pensiero già rivolto alla prossima uscita. Ci rivedremo a luglio a Roma per la camminata serale.
Caterina
Roma, 2 luglio 2021