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Autunno!


numero 17 – Newsletter dell’Associazione Arcoiristrekk – ottobre 2021


«L’autunno è una seconda primavera, dove ogni foglia è un fiore». Così ha scritto Albert Camus da qualche parte. E sull’autunno, dalle mie letture estive, vi propongo qualche frase che mi è piaciuta, scevra di quel sentimento malinconico con cui generalmente si pensa alla terza stagione. Il cui etimo – va ricordato – rimanda alla ricchezza di frutti di cui questo periodo dell’anno è generoso dispensatore, e quindi all’allegria scaturente dall’abbondanza. Nonché alla nostra matrice contadina che non dovremmo mai dimenticare.

Anche se l’autunno evocato dai due autori è un autunno nordico, rispettivamente norvegese e ungherese, ben più severo del nostro, è intensa la partecipazione alla bellezza della natura e il sentimento di essere dentro di essa, parte di essa (anche se il narratore del primo brano è un cacciatore).

«Le foglie ingiallivano, l’erba delle patate era già bella alta ed era in fiore, ritornò il tempo della caccia, uccisi pernici e lepri, un giorno uccisi anche un’aquila. Cielo alto, tranquillo, notti fresche, molti suoni chiari e care voci nella foresta e nel piano. Grande e cordiale riposava il mondo …». Pan e altri racconti, Knut Hamsun, Firenze, Sansoni, 1966, p. 64.

«Il giorno in cui Lajos fece ritorno da noi era una domenica di fine settembre. Era una giornata meravigliosamente tiepida e cristallina; tra gli alberi fluttuavano filamenti impalpabili e l’aria scintillava limpida e asciutta, stendendo sugli oggetti una patina tersa e levigata, come se tutto ciò che compariva all’orizzonte fosse stato ritoccato con una mano di acquerello. La mattina presto uscii in giardino per cogliere abbastanza dalie da colmare tre vasi da fiori». L’eredità di Eszter, Sándor Márai, Milano, Adelphi, 1999, p. 30.

Marina M.

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