La pandemia ci ha precipitato nell’incertezza, nello smarrimento. Ci siamo scoperti fragili e insicuri. Abbiamo ancora più bisogno di affermare l’importanza dell’I care di Don Milani. Da questi pensieri nasce l’idea di quattro incontri brevi, quattro domande, con i rappresentati di alcune delle associazioni amiche di Arcoiris. Francesco, Maria Letizia, Massimo e Milena, dedicano tanto della loro vita alla cura degli altri, dell’ambiente in cui vivono, delle relazioni sociali, sono persone speciali, ci piaceva farli conoscere meglio ai nostri lettori.
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Incontro con Maria Letizia Santarelli di Baobab Experience
Baobab Experience inizia il suo percorso nel 2015. L’associazione si pone l’obiettivo di fornire assistenza a donne, uomini e bambini che passano per Roma per dirigersi verso altri paesi europei o che intendono richiedere asilo nel nostro Paese.
Baobab ha assicurato cure mediche, cibo, vestiario pulito, una sistemazione per la notte, assistenza legale a tanti, tanti migranti.
Baobab Experience lavora anche in rete con altre associazioni che si occupano di assistenza, con le Ong attive nel Mediterraneo e con le associazioni che accolgono e aiutano le persone migranti.
Maria Letizia è una delle attiviste principali di Baobab. Quando l’ho conosciuta alla stazione tiburtina, mentre veniva somministrata la cena ai migranti in transito, mi ha subito impressionato per il suo approccio empatico ed efficiente. Baobab ha la fortuna di avere volontari speciali. Maria Letizia è una di quelle persone che i problemi non li agitano, li risolvono. Una persona speciale.
1. Baobab Experience non va mai in vacanza. Le migrazioni non si fermano in estate, anzi. Com’è l’estate di una volontaria di Baobab?
Ormai siamo alla ottava estate Baobab e ovviamente durante la bella stagione i flussi migratori provenienti dalla Libia si intensificano e non diminuiscono certo. E, sulla scia di quanto avviene solitamente nel proprio lavoro, occorre anche qui fra di noi fare un ‘piano ferie’.
Ovvio che essendo volontari non si può obbligare nessuno anche perché occorre tenere presente i giusti periodi di riposo e di distacco anche dal volontariato stesso e aggiungere anche gli indubbi impegni familiari da rispettare. Ma, pur tenendo conto di tutto ciò, i volontari presenti a turno si sono sempre rimboccati le maniche e così siamo riusciti a far fronte a tutte le estati e speriamo anche a questa.
2. Tu, ti occupi soprattutto, anche se non solo, dei pasti che, ogni sera vengono distribuiti in via Tiburtina, nei pressi del Verano. Ci racconti di questa attività e ci puoi annunciare eventuali novità?
La distribuzione dei pasti è un momento molto importante perché si incontrano tutti i ragazzi, i nostri ospiti appunto e, aldilà della consegna del cibo, aspetto fondamentale è anche l’incontro con le singole persone per poter accogliere e cercare di far fronte alle richieste di ciascuno. Quindi il momento del pasto è fondamentale non solo perché le persone devono ovviamente mangiare, ma per l’accoglienza, l’ascolto, e il momento serale coniuga entrambe le necessità.
Per far fronte alla necessità basilare del cibo, abbiamo una pagina web dove le persone che desiderano contribuire indicano quante cene e quante colazioni possono preparare. La consegna ora avviene a via Tiburtina sotto i muraglioni del cimitero Verano, la sera alle 19 o 19,30 a seconda della stagione. Questo è l’ultimo posto che ci è stato autorizzato dal municipio in quanto, a seguito dei numerosi sgomberi, più di 40, abbiamo dovuto anche noi ‘migrare’ da un posto a un altro …
Per fortuna il Municipio 2 ha avviato i lavori del sospirato “info point” alla stazione Tiburtina dove dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) esserci la possibilità di locali dove poter distribuire cene, colazioni e vestiti e far mangiare i ragazzi seduti e al coperto in caso di pioggia! I lavori dovrebbero terminare ad agosto, ma, da vecchia dipendente comunale, diciamo anche settembre. Sarebbe una svolta fantastica , della quale vi terrò sicuramente informati.
3. Il tema dell’immigrazione è uno di quei temi che segnano il dibattito pubblico. Daniel Pennac a proposito dei migranti ha scritto: “come parlano di loro, i nostri giornali, le nostre radio, le nostre televisioni, i nostri siti internet? (…) Parlano di esodo. Parlano di invasione. (…) Mostrano sempre le stesse immagini, ininterrottamente: immagini di folle. (…) Ed è così che in quelle immagini non vediamo più l’uomo che soffre, né la donna, né il bambino… Non sono neanche più esseri umani, è un brulichio, un pullulare, un dilagare. Una minaccia spaventosa.” Tu li incontri tutti i giorni queste persone migranti, per te, che esperienza è?
Risposta difficile….io contesto sempre le frasi che hanno l’aria un po’ scontata del ‘quanto sei brava’ che dicono molte persone nel momento in cui vengono in contatto con chi fa volontariato. Nel mio essere volontario, ora nel Baobab ma prima in altre associazioni (perlopiù animaliste) c’è una notevole componente egoistica perché fare il volontario appaga moltissimo il mio bisogno d’affetto. E infatti sostengo sempre che ricevo sicuramente molto più di quanto io dia a ciascuna persona incontrata nel tempo, in questi ormai sette anni.
4. Baobab si è vista assegnare per tre anni il premio Nadia Pietrini, un record. Voi, oltre che con Arcoiris, avete un ottimo rapporto con tante altre realtà associative. Ci puoi raccontare?
Arcoiris è sempre stata al nostro fianco e di questo vi siamo tutti veramente molto grati.
Dall’inizio ad oggi abbiamo conosciuto e collaborato con moltissime associazioni, in particolare vorrei ricordare le associazioni dei medici volontari che , specialmente in periodo Covid e comunque sempre, sono state presenti con i loro camper nei vari presidi dove i nostri ospiti potevano fermarsi, tra uno sgombero e l’altro. Praticamente il Baobab si spostava e i camper sanitari appresso. Abbiamo stretto rapporti di profonda amicizia e collaborazione con varie associazioni ai confini dell’Italia, sia dal lato nord orientale tipo a Bolzano e a Trieste sia dalla parte di Genova/Ventimiglia, associazioni che aiutano i migranti che passano da Roma, e quindi da noi al Baobab, a proseguire il loro cammino.
Grazie poi alle continue missioni all’estero, soprattutto in Bosnia e quest’anno anche in Ucraina, abbiamo solidi rapporti anche con associazioni estere, con le quali l’aiuto e lo scambio è continuo.