Domenica 11 marzo 2012 – Il valore della Memoria: andiamo insieme a visitare le Fosse Ardeatine
I parte: da piazza delle Camelie a Monte del Grano.
Appuntamento ore 8.30 in piazza delle Camelie. Tra i camminatori, tre ciclisti: Pino, Massimo e Guido (spero di non dimenticare nessuno). Dopo l’intro di Luciano e Caterina, scendiamo come bolidi da via dei Pioppi, attraversiamo la Togliatti (Palmiro), la via della Bellavilla all’Alessandrino, e già siamo al parco Palatucci.
Giovanni PALATUCCI nato a Montella (AV) nel 1906, morto a Dachau nel 1945.
Questore di Fiume salvò 5.000 ebrei da morte sicura pagando con la vita. Li fece fuggire verso Israele, la Svizzera ed il meridione d’Italia liberato. Quanti lo sanno? Io non lo sapevo. Per approfondire: http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=280. Percorriamo lo sterrato che attraversa il parco incontrando fiorellini, l’acquedotto, lo stagno. Finito il parco siamo al Quarticciolo. La Borgata del celebre, questo sì, Gobbo (Giuseppe Albano). L’inafferrabile combattente che costrinse i nazisti nell’aprile del 1944 a fermare (inutilmente) tutti i gobbi della città (tipo erode coi pupi) per cercare di catturarlo. Ci fermiamo a guardare le due targhe che nel quartiere ricordano i caduti della resistenza, una nella piazza principale, ed un’altra di fronte al teatro. Ora puntiamo verso il Quadraro, passiamo per la Villa De Sanctis, attraversiamo la Casilina, e in pochi minuti siamo al Monte del Grano.
Pino
II parte: da Monte del Grano alle Fosse Ardeatine.
Eccoci riuniti ai prodi camminatori, che arrivano poco dopo di noi nel parco XVII Aprile 1944.
Con Luciano si impiega il tempo che manca all’arrivo dei “ciclist-andi” che sarebbero venuti direttamente al Quadraro continuando a parlare dei partigiani di Centocelle e Quarticciolo.
Altro e più alto resoconto narrerà dei dettagliati racconti di Luciano…
A me interessa dirvi che i tre (3) ciclisti partiti da piazza delle Camelie raggiungono al Quadraro il ragguardevole numero di cinque, aggiungendosi al nutrito gruppo anche Livia e Marco (con una meraviglia di bicicletta “elettrica”). Si decide di accompagnare, bici alla mano, i pedoni (tsé) fino all’attraversamento della Tuscolana per poi “volare” sulla via del Quadraretto a sottopassare la ferrovia per spuntare in un meraviglioso paesino nascosto tra il traffico della Tuscolana e quello dell’Appia. Talvolta 200 metri cambiano prospettiva al mondo. Con l’imponente prospettiva dell’Acquedotto Felice, attraversando la parte terminale del Parco degli Acquedotti, ci dirigiamo verso la via Appia Nuova per poi proseguire sull’Acqua Santa (così si chiama a Roma via dell’Almone, per la presenza dell’antica fonte) e intrepidamente penetrare nel Parco della Caffarella, abbandonando traffico e vari pericoli di morte scampati sul duro asfalto automobilizzato. Ponendosi i ciclisti il problema di sincronizzarsi con i tardi pedoni (tsé), decidono di compiere un ampio giro del Parco, non dimenticando le finalità associative di Arcoiris. Difatti con rapida fuga e breve deviata, raggiungono la fattoria della Caffarella e acquistano una caciottina (2 chili) che Pino, con grande sprezzo della fatica, inguatta nel suo capace zaino.
Ci si dirige all’uscita della Caffarella, sulla via Appia Antica, per deviare quasi subito sulla sinistra ed entrare nella via interna alle Catacombe di San Callisto. Il panorama è mozzafiato, ma lo è anche la ripida salita, nonostante i rilevanti muscoli di Guido, Livia, Massimo e Pino e… Marco? Egli, elettricamente assistito, arriva in cima alla salita fresco come una… margherita (oh, i prati che ci circondano ne sono già pieni). Finito il bellissimo e lungo percorso delle Catacombe, riusciamo su strada per arrivare dopo pochi minuti alle Fosse Ardeatine (avendo già percorso 24 km.).
Parcheggiate le biciclette all’interno del Mausoleo, andiamo a salutare, un po’ sudati e un po’ emozionati, Modesto Di Veglia (partigiano di Centocelle), Renata Pallotti e Gabriele Lombardozzi, tutti della sezione dell’Anpi “Giordano Sangalli” di Centocelle.
Massimo