numero 22 – Newsletter dell’Associazione Arcoiristrekk – agosto 2022
«Era anche l’unica persona con la quale potessi avere una conversazione da pari a pari su quello che chiamerei l’aspetto sacramentale del camminare. Lui e io abbiamo in comune la convinzione che camminare non è semplicemente terapeutico per l’individuo ma è un’attività poetica che può guarire il mondo dei suoi mali. Werner condensa le sue idee in un’asserzione perentoria: “Camminare è una virtù, il turismo è un peccato mortale”. Un esempio straordinario di questa filosofia è il pellegrinaggio invernale che intraprese per andare a trovare Lotte Eisner.
Lotte Eisner, che si occupava di critica cinematografica ed era stata assistente di Fritz Lang a Berlino, era emigrata a Parigi all’inizio degli anni Trenta e là aveva contribuito alla fondazione della Cinémathèque. Passarono molti anni, e un giorno, dopo aver visto Segni di vita di Werner, scrisse a Lang in California: “Ho visto il lavoro di un giovane tedesco, un cineasta eccezionale”. Al che Lang replicò: “No. Impossibile”.
In breve la Eisner sarebbe diventata lo spirito guida del nuovo cinema tedesco, elargendo ai giovani registi la sua immensa esperienza e contribuendo, poiché era ebrea, a ristabilire la continuità con una grande tradizione cinematografica che era finita a pezzi con l’avvento di Hitler.
Werner, a quel che mi dicono, era il beniamino della Eisner. E nel 1974, quando seppe che lei era in fin di vita, si mise in marcia, in mezzo al ghiaccio e alla neve, da Monaco a Parigi, convinto che in qualche modo, a forza di camminare, sarebbe riuscito a farla guarire. Quando arrivò a destinazione, Lotte Eisner si era ristabilita; e tirò avanti per altri dieci anni».
Anche a noi piace pensare che camminare sia un’attività poetica, che possa produrre effetti positivi fuori dall’individuo, che talvolta possa realizzarsi come evento taumaturgico.
Werner è, naturalmente, Werner Herzog. Il brano è tratto da Bruce Chatwin, Che ci faccio qui?, Milano, Adelphi, 1990, pp. 174-175. Se siete interessati alla lettura d questo libro, che ripercorre le tappe di una vita magnifica, intesa come “un viaggio da fare a piedi”, e, come il nostro Bruno T., non avete più spazio sulla vostra libreria, cercate la biblioteca a voi più vicina per prenderlo in prestito.
Marina M.