newsletter: Conversazioni iridate

Iolanda, sempre in movimento


numero 24 – Newsletter dell’Associazione Arcoiristrekk dicembre 2022


Quando si deve descrivere una persona per presentarla a qualcun altro si cerca di individuare i caratteri peculiari dell’interessato, con Iolanda l’esercizio è complicato, molto complicato. Allora Iolanda è una ragioniera, però mica ha fatto la contabile in qualche azienda, no ai numeri ha preferito le persone. Iolanda ha fatto l’infermiera.

in marcia

Si fa presto a dire infermiera, la nostra ha declinato questa sua propensione in mille modi. La si poteva trovare a ragionare nei dipartimenti di salute mentale, come a fare lezione nelle scuole infermieristiche e tanto, tanto altro ancora. È pacata Iolanda, sempre empatica con gli altri e mai passiva, sempre in movimento con il cervello e con i piedi. Il suo bagaglio di viaggi ed escursioni è ampio e diversificato. Le piacciono i bagni termali e pure le avventure estreme con navigazioni su barche autocostruite. Quel suo viso pacioso e quei suoi occhi tranquilli non indurrebbero a pensarla come un peperino, ma … ma date retta me, la nostra non la ferma nessuno, proprio nessuno.

Partiamo dalla ragione sociale di Arcoiris, le escursioni. Quando hai iniziato ad andare in montagna? Raccontaci le tue prime escursioni.

L’incontro con la montagna inizia nel 1981 con un pulmino, sei amici e un cane piccolo e nero, Ghea. Appena arrivati in val di Cogne ci è scappato su per la montagna. Non gli sembrava vero!!!!

L’anno dopo ci sono ritornata solo con il mio ex compagno per cominciare a fare l’alta via n. 1 (Val d’Aosta) dormendo nei rifugi e vivendo la montagna h24 con i suoi colori, gli spettacolari tramonti e le albe con i cieli stellati e gli incontri ravvicinati di marmotte, stambecchi e cervi. La passione per la montagna sia d’estate che d’inverno si è poi rafforzata con la conoscenza di Ingrid e Danilo di Silandro e Salorno (Bolzano) una di lingua tedesca e uno di lingua italiana. Con loro ho iniziato a fare escursioni in alta montagna anche sentieri con ferrate.

So delle tue esperienze al parco nazionale d’Abruzzo, cosa ti è rimasto dentro di quelle vacanze?

Diverso dalle Alpi più selvaggio e meno organizzato. È stata la meta dei miei capodanni ai tempi della scuola superiore e del movimento del ‘77, con pochi soldi potevamo affittare le gelide case dei centri storici. Era così tanto bello che passai, in una roulotte con casotto, al campeggio “le Foci” di Opi, gli ultimi mesi della mia seconda maternità. Eravamo da sole, io e la mia prima figlia.

Con mia figlia nel marsupio ho girato quasi tutti i sentieri del parco nazionale tanto da sentirmi abruzzese adottiva. L’Abruzzo e il parco mi hanno permesso di trasmettere ai miei figli la passione per la montagna.

E invece i trekk di più giorni, li hai mai praticati?

Sì, ho praticato trekk da una settimana fino a 10 giorni. Con la mia amica Ingrid abbiamo fatto percorsi in alta quota sulle Alpi sia in Italia che in Austria. Ne ho fatto uno anche in Romania, in Transilvania, con un’associazione tedesca. Nel 2001 con la mia famiglia siamo saliti sul ghiacciaio del Cevedale. Ovviamente eravamo accompagnati da una guida. Per quella salita ci allenammo con una settimana di escursioni. Nicolò, mio figlio aveva 6 anni e Marianna 13.

Arcosoccorso alla PerugiAssisi

Ma veniamo alla tua professione. Hai svolto le funzioni di infermiera per tanti anni. L’ultimo periodo ti è toccata anche la pandemia. Durante l’ultima marcia della pace PerugiAssisi sei dovuta intervenire più volte per prestare aiuto a qualche camminatore infortunato: ArcoSoccorso in azione! Durante lo svolgimento del tuo lavoro ti è mai capitato di soccorrere degli escursionisti infortunati?

Non mi è mai capitato poiché ho sempre lavorato a Roma e in ambienti pediatrici, di salute mentale, di assistenza domiciliare e ambulatoriale territoriale. Devo dire invece che mi è capitato spesso di soccorrere persone durante le mie escursioni soprattutto negli ultimi anni andando con un’associazione della FederTrek che sto frequentando.

Quando si va in montagna qualche infortunio può capitare e, purtroppo, spesso si trascura questo aspetto. Ci puoi dare qualche consiglio su come affrontare le escursioni?

L’accompagnatore, specialmente se ci sono nuove persone, deve indicare le regole minime da rispettare. Per esempio, è necessario portare l’acqua e non finirla tutta oppure fare attenzione alla situazione del sentiero. E poi è essenziale che i partecipanti comunichino eventuali problematiche personali all’accompagnatore. Ci deve essere sempre uno che chiude il gruppo e aspetta chi va più piano. Infine, è buona norma avere con sé ghiaccio sintetico, cerotti, strip per sutura, disinfettante e fascette.

Durante un percorso sulle Alpi mi è capitato di incontrare un’escursionista in preda ad una vera crisi di panico. Il suo compagno non riusciva a farla andare avanti. Ti sei mai trovata in una situazione del genere?

Mi sono trovata in questa situazione lo scorso anno in Sardegna. Eravamo su un sentiero che scendeva di 800 metri alla spiaggia e dalla quale si risaliva per la stessa strada. Una persona è caduta all’inizio ma ha continuato fino alla spiaggia, nella risalita, a meno di metà percorso, si è seduta e ha cominciato a piangere. Immobile, inamovibile! Il marito non sapeva più che cosa fare. L’abbiamo presa in due, io e la guida. Tra qualche canzone, la distribuzione di un po’ di frutta, qualche sorso d’acqua siamo riusciti a muoverci. A piccoli tratti siamo arrivati in cima, ma è stato veramente faticoso.

Da ultimo Arcoiris, ti ricordi quando l’hai conosciuta? Le escursioni più belle che hai fatto con noi?

col sorriso, sempre

Arcoiris l’ho conosciuta nel 2008, anche se alcuni membri dell’associazione li conosco dai tempi della scuola superiore, da quando militavo in Avanguardia operaia e poi in Democrazia proletaria. Con altri ci eravamo incontrati durante il periodo dei circoli giovanili nel 1977.

Le escursioni più belle? Che dire ripensandoci sono state tutte belle, non riesco a trovarne una che non mi sia piaciuta o in cui non mi sia divertita.

E sì, è proprio il caso di dire: Grazie Aircoiris di esserci!

[intervista a cura di Luciano B.]

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