News, storie da mensa

Fragilità

Redazione

lbaldini


Vai alla pagina dei resoconti dei turni di volontariato alla mensa Caritas


29 aprile 2023 – Turno di volontariato alla mensa Caritas di via Marsala


Tutte/i le volontarie e i volontari  della mensa Caritas di via Marsala svolgono mansioni importanti e indispensabili. Ci sono quelli che stanno alla distribuzione delle vivande che sono in prima linea: controllano che l’utente sia passato dall’accettazione, distribuiscono i vassoi con le posate, smestolano i primi, propongono i secondi e contorni, consegnano frutta e pane.
Sono loro, soprattutto, che si prendono i sorrisi e i ringraziamenti degli utenti, ma che si beccano anche le proteste e le rampogne per un piatto troppo scarso, per una frutta troppo dura, per un riso scotto o per una scatoletta di tonno che manca.
Tra tutte le funzioni, quella della distribuzione è davvero la più complessa e in diversi di noi cercano di evitare e magari scelgono di fare un lavoro più faticoso, ma meno problematico. Tra i compiti che richiedono maggior impegno fisico si colloca quello al lavaggio di vassoi e pentole. Qui ci si trova in una vera catena di montaggio in cui arrivano vassoi su vassoi da liberare dagli avanzi (posate, piatti e bicchieri, resti di cibo non consumato), da inserire nella lavastoviglie industriale, da asciugare e da riportare al bancone della distribuzione.
Sono due ore di attività intensa. Poi ci sono gli addetti alla sala che puliscono e disinfettano tavoli e sedie, riempiono le brocche d’acqua, aiutano gli utenti che ne hanno bisogno; quelli che regolamentano l’accesso alla mensa in modo da smaltire velocemente e ordinatamente la fila, quelli che identificano gli utenti e registrano la loro presenza.
Ovviamente il tutto avviene con l’aiuto e la supervisione degli operatori Caritas. Insomma tanti ruoli, tutti indispensabili e tutti diversi. 
Oggi noi di Arcoiris siamo in otto, poi ci sono gli scout e poi diversi “singoli”. Il numero consistente dei volontari permette ai responsabili Caritas, in attesa dell’orario di apertura, di destinarci al taglio delle colombe. Così in pochi minuti una, due, tre, quattro squadre di tagliatori di colomba fanno a fette una dispensa intera di dolci pasquali donati alla mensa.
Le colazioni per i prossimi giorni sono assicurate.
Già in altre occasioni ho raccontato della varietà degli utenti della mensa, allo stesso modo anche il mondo dei volontari è ampiamente diversificato, le storie di ognuno compongono un puzzle di vissuti più vari. In questo turno di fine aprile a me è toccato un ruolo dietro le quinte, così ho potuto interloquire poco con gli ospiti della mensa, ma ho avuto la possibilità di fare la conoscenza di Aldo, un altro volontario, di ascoltare i suoi racconti a volte dolorosi, ma sempre accompagnati col sorriso, di scoprire,  incredibilmente, un possibile incontro sul posto di lavoro di cui non restava traccia nella nostra memoria.
Tra qualche chiacchiera, tra il su e giù del coperchio della lavastoviglie, tra il differenziare i rifiuti dei vassoi usati, le otto di sera sono arrivate in un attimo. Proprio in corrispondenza delle ultime febbrili attività di chiusura sentiamo arrivare un boato di esultanza dalla sala. Non è qualcuno che si è arrabbiato e ha dato in escandescenze, è la Roma! In un tavolo al centro della sala si è formato un piccolo capannello di tifosi che seguono la partita di calcio della compagine di Mourinho. Al centro del gruppetto spicca un signore con tanto di tuta con su stampati in bella evidenza i simboli della squadra capitolina. La sala ormai è mezza vuota e alla notizia del gol della Magica l’urlo di gioia rimbomba ancora più forte. È l’esplosione fragorosa di contentezza pura, è un attimo di felicità che si impossessa anche di questo luogo. È quella cosa, per lo più incomprensibile, che riesce a suscitare, in ogni dove e fra le più svariate persone, il football. Dopo pochi minuti, la Roma subisce il gol del pareggio, un velo di tristezza torna a permeare l’atmosfera.
Dopo la felicità, effimera, si torna alla normalità, si torna nella vita dei fragili. (*)


(*)“Viviamo in un epoca in cui si è titolati a vivere solo se perfetti. Ogni insufficienza, ogni debolezza, ogni fragilità sembra bandita. Dalla terra degli sbagliati scampano temporaneamente quelli che mentono a se stessi costruendo corazze di perfezione, ma c’è un altro modo per mettersi in salvo, ed è costruire un’altra terra, fecondissima, la terra di coloro che sanno essere fragili.(…) perché ciò che è sacro al principio è sempre fragile come il seme che nascondeva i rami forti e ampi all’ombra dei quali parliamo” 
Alessandro D’avenia – L’arte di essere fragili – Mondadori


Luciano B.

Leave a Comment