I giganti dell’acqua – Da dove viene l’acqua di Roma
Coord. Giuseppe Musumeci e Patrizia Mauracher
Una escursione nelle valli dei Monti Prenestini alla scoperta dei “giganti dell’acqua”: nascosti nel fitto della vegetazione le monumentali architetture idrauliche che i Romani costruirono con grande ingegnosità per fare arrivare l’acqua a Roma. Un percorso bellissimo e avventuroso lungo un anello che congiunge il Ponte Sant’Antonio, Ponte della Mola, Ponte San Pietro, e la Torre Raminga.
Come arrivare: (indichiamo il percorso stradale dall’autogrill)
Si prosegue sulla A24 fino all’uscita di Tivoli. Dopo il casello si svolta a sinistra in direzione Zagarolo sulla SP51a (via Maremmana Inferiore o via Tivolese); al primo bivio si svolta a sinistra sulla SP49a via Polense e dopo pochissimo, al bivio successivo, si va ancora a sinistra (indicazioni stradali per Poli), sempre sulla via Polense. Si tralascia un primo bivio direzione San Vittorino e al km 29,5 (circa 5 km dal bivio) si imbocca a sinistra la via Faustiniana (indicazioni per San Gregorio di Sassola). Dopo 3,5 km, in corrispondenza della seconda indicazione per Torre dei Gelsi, si gira a destra su via San Filippo e si parcheggia subito a fianco della strada. (in totale circa 20 minuti dall’autostrada)
Difficoltà: E
Dislivello complessivo: 150 m
Percorso (ad anello): 8 km
Durata (senza pause): 3,5 ore
Percorso: Si percorre una carrareccia tra gli olivi, con vista sulla forra sottostante e il panorama della maremma romana, fino alla Chiesa di San Filippo e al casale poco vicino. Il sentiero prende a scendere fino a un bivio, una breve deviazione porta al primo gigante, il Ponte San Pietro, con il suo torrentello che lo attraversa.
Si prosegue in discesa fino al Ponte della Mola, poi, per un sentiero in salita che conduce alla via Faustiniana, che si attraversa. A una curva si devia sulla sinistra su un sentiero che costeggia una forra spettacolare fino a raggiungere la Torre (e il Casale) dell’Acqua Raminga.
Si ritorna sui propri passi e si prosegue su uno stretto sentiero che diventa carrareccia; in corrispondenza di una abitazione a sinistra uno stretto viottolo conduce al Ponte Sant’Antonio. Tornati indietro, si prosegue sulla carrareccia e, percorrendo un breve tratto della via Faustiniana, si torna al punto di partenza.
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