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Spes ultima Dea

Redazione

lbaldini


 Viva la curiosità
di Gualtiero



n. 10 – ottobre 2024


Ma – dico io – con tutto quello che succede nel mondo. Con le migliaia di morti, civili e militari, fra l’Ucraìna, l’aggredito, e la Russia, l’aggressore. Con le migliaia di morti (tante donne e bambini)  a Gaza, dove i civili, prima di esser massacrati dal fuoco israeliano,  sono messi a far da scudo ai terroristi Hamas del 7 ottobre. Con tanta tragedia in giro per il mondo, come si fa a stare allegri? Non dico allegri, ma almeno sereni?
Ho letto da qualche parte che, quando pensieri neri ti si ficcano in testa e la ottenebrano, quando non credi che amici e amiche possano darti una mano per riemergere, è il momento di darti all’ascolto di parole e canzoni che inducono alla leggerezza, alla incosciente follia di uscire e di riportarti a galla dal fondo dei gorghi che cercano di annegarti. A me fanno questo effetto la canzone di Rino Gaetano “Gianna, Gianna, Gianna” o  l’urlo della Nannini “questo amore è una camera a gas”.
Eppure, “spes ultima dea” declamavano gli antichi Romani; guai a non avere più nemmeno una fiaccola fioca di speranza. Prendi me per esempio. Certe volte trascorro pezzi di giornate tranquillo e sereno, ma poi mi arrivano ore e ore di neghittosa afasia, mi pesano parenti e amici, la vita mi annoia, non ci trovo gusto a vivere. Come ce la farei a risorgere, se non avessi un filo di speranza?
Non è vero che si tratta di tentativi inconcludenti, non è vero che poi i pensieri neri, i pensieri intrusi ritornano sempre e, vittoriosi, invadono il campo; come per incanto, sento che l’orologio della mia vita riprende a girare in senso positivo;  allora  penso con una profonda empatia, che mi sorprende, alle vite dei miei amici, alle loro solitudini; eccomi allora prendere il cellulare:  faccio qualche chiamata…
Certe volte mi succede che il buon umore si stabilizza e guida i miei movimenti vitali, cerco il prossimo, non fuggo da lui; e si accende nei precordi del mio cuore una tremolante fiammella… E se qualcuno – in momenti come questi –  mi ricordasse il detto “chi di speranza vive, disperato muore”, lo manderei dritto dritto a quel paese…



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