Sabato 16 novembre 2024
E – L’eremo nel bosco
- Difficoltà: E
- Percorso parzialmente ad anello, lunghezza circa 10 km
- Dislivello: +350 m; – 350 m
- Tempo di percorrenza 3.30 h senza le soste
Appuntamento: ore 10
Punto d’incontro: Parcheggio via Verdi, località La Botte di Vetralla (posizione Google Maps https://maps.app.goo.gl/1PAmi7DVHZLVj1s36 )
Come arrivare: Si percorre la Cassia fino al km 63.300 (località La Botte di Vetralla). Subito dopo, sulla rotatoria si imbocca a destra via Fratelli Bruzzichini, la si percorre tutta e si gira a destra per via Verdi; sulla sinistra si trova il parcheggio, da cui partiremo (no bar no negozi).
Attrezzatura: scarponcini alti e bastoncini (consigliati), abbigliamento a strati, zaino, acqua. Pranzo al sacco.
Acc. Giuseppe Musumeci e Patrizia Mauracher
Percorso: dal parcheggio (quota 430 m) prendiamo il sentiero n.103 che dopo un breve tratto su una grande radura si inoltra, prima dolcemente poi in leggera salita, in un bellissimo bosco di antichi cerri punteggiato da qualche castagno. Lo percorriamo fino a scorgere sulla sinistra tra gli alberi il Convento di Sant’Angelo (598m). Lo oltrepassiamo e proseguiamo deviando a quota 636 m sulla destra su un sentiero più stretto che ci porta, circondati da splendidi faggi vestiti nei colori autunnali, fino all’Eremo di San Girolamo (770 m).
Immerso nella splendida faggeta del Monte Fogliano, uno dei maggiori rilievi che delimitano a ovest il complesso vulcanico che ospita il Lago di Vico, e non lontano dal Convento di Sant’Angelo, si trova l’Eremo di S. Girolamo. Il piccolo complesso è interamente scavato in un ammasso di roccia vulcanica che emerge dal terreno della faggeta ed è stato fittamente lavorato nel tempo per creare ambienti, ripari, sedili, piattaforme e passaggi.
Il luogo fu dimora di Fra Girolamo Gabrielli che, sebbene nato da una nobile famiglia senese, nel 1525 si ritirò in questo luogo in penitenza, deciso a dedicare tutta la sua vita alla meditazione e alla preghiera. La storia vuole che il romitorio fu in seguito depredato e il santo malmenato ad opera di una banda di malfattori. Girolamo Gabrielli decise di tornare a Siena, donando però tutti i suoi beni ai poveri. Ancora oggi si gode del silenzio e della atmosfera spirituale che circonda il luogo.
Dall’eremo scendiamo sempre nella faggeta lungo un fosso fino a incrociare la SP80 che collega Vetralla a San Martino al Cimino. La attraversiamo e raggiungiamo su sentiero parallelo alla strada il Convento di Sant’Angelo.
Immerso in un folto bosco, il suo primo nucleo fu costituito (VII secolo) dall’Oratorio di San Michele, edificato dai Longobardi, che divenne poi Monastero Benedettino dipendente dall’Abbazia di Farfa. Tra il XIV e il XV secolo vi si insediarono i Francescani dal Terz’Ordine. Dal 1470 al 1744 fu trasformato in Romitorio. Nel 1744 San Paolo della Croce vi stabilì il secondo Convento della Congregazione Passionista e vi dimorò per 25 anni. Fu sottoposto alle soppressioni napoleoniche (1810-14) e dal governo italiano (1875-77). Rimase comunque sempre in attività. Vi si trovano le reliquie dal Beato Lorenzo Salvi, celebre per la sua devozione a Gesù Bambino, e vi inizio la sua vita religiosa il Beato Domenico Barberi, nato net 1792 a Viterbo, apostolo dell’ecumenismo.
La Chiesa settecentesca ha un Coro in noce (XIX secolo), due tele di Tommaso Conca e affreschi a encausto di Ferdinando Vignanelli (1934).
Vicino al convento si festeggia l’8 maggio di ogni anno la singolare cerimonia dello ‘Sposalizio dell’albero’, per ricordare l’atto del 1432 con cui Papa Eugenio IV ha donato il ricco bosco di Monte Fogliano alla popolazione vetrallese. Si pose così fine alla plurisecolare disputa con i viterbesi.
Da qui imbocchiamo nuovamente il sentiero n. 103 ritornando al parcheggio sullo stesso percorso dell’andata.
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