Sabato 14 e Domenica 15 luglio 2007 – E Sui sentieri attorno a Campotosto. I monti della Laga e Campotosto un classico da non mancare.
Campotosto, il suo lago, Livio e Gianni Deli, il fitto bosco, i pratoni delle vette sono ormai componenti classiche delle esperienze annuali di Arcoiris. Il 2007 non fa eccezione.
Eppure, eppure l’edizione Campotosto 2007 di Arcoiris segna una novità!
Siamo in buon numero – Luciano, Lucilla, Nadia, Eugenio, Rita, Caterina (Arcoiris1 – Roma), Rocco, Mariangela, Fabrizio, Julia, Tatiana, Giuseppina, Patrizia, Pina, Dana, Stefania, Roberto (Arcoiris 2 – Sirente) – eppure in tanti notano chi non c’è. Elsa e Gualtiero!
La due giorni è “tradizionale”. Venerdì sera a cena dal Barilotto; sabato escursione al Monte di Mezzo in una giornata di sole bellissima e poi “cena alla brace” a casa Deli; domenica a tutto sole con passeggiata in Val Chiarino e pochi avventurosi che si prolungano fino ad inerpicarsi per sentieri che non ci sono, attraverso pendenze ardue.
Vorrei conoscer l’odore del tuo paese,
camminare di casa nel tuo giardino,
respirare nell’ aria sale e maggese,
gli aromi della tua salvia e del rosmarino.
Vorrei che tutti gli anziani mi salutassero
parlando con me del tempo e dei giorni andati,
vorrei che gli amici tuoi tutti mi parlassero,
come se amici fossimo sempre stati.
Sabato con Rita e Mariangela, a metà strada circa, si torna sui nostri passi e si lascia al loro destino (saliscendi, sole accecante, piedi bolliti e passaggi arditi) la maggioranza impavida. Così noi siamo in Paese presto: Rita e Mariangela si godono il meritato riposo, io passo il pomeriggio con i frequentatori attempati di uno dei bar della piazza.
Si parla del “tempo e dei giorni andati” davanti ad un bicchiere di Montepulciano d’Abruzzo e un trancio di salame di cinta. L’abruzzese si mescola con lo slang americano di “emigrati di ritorno”, nei discorsi i suini e le mortadelle di Campotosto si alternano ai salmoni dei fiumi americani.
Vorrei incontrare le pietre, le strade, gli usci
e i ciuffi di parietaria attaccati ai muri,
le strisce delle lumache nei loro gusci,
capire tutti gli sguardi dietro agli scuri
Sabato sera Livio ci racconta del Paese di una volta, di un fratello che girava il mondo perso troppo giovane, di una valle che risuonava dei rumori di cantieri aperti, di negozi fonti di ricchezza e intrecci di relazioni umane, di una vita dura e grama, di una fitta rete di solidarietà.
Oggi “le pietre, le strade e gli usci” sono muti e solitari.
e lo vorrei
perchè non sono quando non ci sei
e resto solo coi pensieri miei ed io…
Vorrei con te da solo sempre viaggiare,
scoprire quello che intorno c’è da scoprire
per raccontarti e poi farmi raccontare
il senso d’ un rabbuiarsi e del tuo gioire;
vorrei tornare nei posti dove son stato,
spiegarti di quanto tutto sia poi diverso
e per farmi da te spiegare cos’è cambiato
e quale sapore nuovo abbia l’ universo.
Tornare a Campotosto è sempre un gran piacere forse proprio perché non cambia mai niente: insomma la cosa eccezionale consiste proprio nello “scoprire quello che intorno c’è da scoprire”
Vedere di nuovo Istanbul o Barcellona
o il mare di una remota spiaggia cubana
o un greppe dell’ Appennino dove risuona
fra gli alberi un’ usata e semplice tramontana
e lo vorrei
perchè non sono quando non ci sei
e resto solo coi pensieri miei ed io…
Vorrei restare per sempre in un posto solo
per ascoltare il suono del tuo parlare
e guardare stupito il lancio, la grazia, il volo
impliciti dentro al semplice tuo camminare
e restare in silenzio al suono della tua voce
o parlare, parlare, parlare, parlarmi addosso
dimenticando il tempo troppo veloce
o nascondere in due sciocchezze che son commosso.
Vorrei cantare il canto delle tue mani,
giocare con te un eterno gioco proibito
che l’ oggi restasse oggi senza domani
o domani potesse tendere all’ infinito
e lo vorrei
perchè non sono quando non ci sei
e resto solo coi pensieri miei ed io…
“Vorrei” è, almeno per me, la più bella canzone d’amore scritta da Guccini. Il Sommo poeta non si risentirà certo se l’ho usata per dedicare un “resoconto Arcoiris” a due escursionisti, per questa volta, assenti: Elsa e Gualiero. “Non sono quando non ci siete e resto solo coi pensieri miei”.
Luciano Baldini