Sabato 12 e Domenica 13 – Nel Parco dei Sibillini
Sabato 12 luglio
Da Pian Perduto al lago di Pilato per Forca Viola
Tempo percorrenza 4:30 ore
Grado di Difficoltà: Itinerario escursionistico (E)
Dislivello salita: 560 m
Dislivello discesa: 560 m
Dalla Capanna Ghezzi (mt .1570) salire alla destra della fonte seguire il sentiero n. 5 che andando verso destra aggira Colle Abieri. Di lì a poco dovrete superare un canalino e poi imboccare il sentiero n. 2 verso destra abbandonando la “Strada imperiale” (marcato serttiero che prosegue verso destra). Proseguire lungo la dorsale Sud-Ovest dellArgentella fino ad arrivare ad una sella molto ampia: Forca Viola (mt 1936, ore 1). Continuare scendendo
alcune svolte dopo la forca e seguire il sentiero che dopo 30 minuti vi porta fino a Forca di Pala (mt. 1852).
Siamo ormai entrati nel pieno della valle del lago che attraversiamo sul suo lato destro. Il sentiero prosegue sulla pietraia da affrontare con un po’ di attenzione. Si raggiungono le rovine di Capanna Piscini (mt. 1753 ore 0.30) e a questo punto si uniscono il nostro sentiero e quello che sale da Foce, il più transitato per l’accesso alla valle del lago. Il sentiero prosegue in salita fino all’ultimo “ostacolo”: alcune rocce da aggirare. A 1940 metri si trova il lago di Pilato. Intorno al lago le più alte creste del gruppo dei Sibillini: il Vettore, Cima del Redentore.
Nel lago vive il Chirocefalo del Marchesoni, un crostaceo autoctono rarissimo. Per la sua incolumità è vietato avvicinarsi troppo al lago sopratutto nel periodo più asciutto. Volgendo le spalle al lago vi godrete la spettacolo di una vallata stupenda. Il ritorno si svolge sullo stesso itinerario.
Domenica 13 luglio
La traversata da Forca di Presta a Forca Canapine
Tempo percorrenza: 5 ore
Grado di Difficoltà: Itinerario escursionistico (E)
Si lascia l’automobile a Forca di Presta (1536 m). Con direzione sud-ovest, lasciandosi alle spalle il Vettore, si prende poi una strada bianca che, in breve, passa vicino al rifugio degliAlpini; poco dopo, è preferibile lasciare la strada e percorrere un comodo sentiero in saliscendi, con alla sinistra la vallata del Tronto, i monti della Laga e in lontananza (se la visibilità è buona) il Gran Sasso: alla destra, la Piana di Castelluccio, costeggiando la Macchia Cavaliera. In meno di due ore si arriva al rifugio ( in realtà un alberghetto) del CAI di Ascoli.