7 luglio 2002

Sabato 6 e Domenica 7 – Alla ricerca delle cascate sui Monti della Laga.

Da Sacro Cuore a S. Martino
Tempo totale: 4 ore circa.
Difficoltà: facile

Da Piani Fonte, lasciandosi sulla destra il sentiero che sale a Monte Gorzano si prosegue in quota. Si attraversa il fosso e quindi piegando a sinistra si risale una piccola rampa tra gli alberi. Subito dopo aver attraversato il fosso di Gorzano la mulattiera si biforca. Il nostro percorso prosegue verso destra lungo la mulattiera che, dopo aver seguito un fossetto, risale verse il Colle della Pacina (m. 1803). Sempre mantenendosi a quote di 1500-1550 m si attraversa il bosco che ricopre lo sperone di Balzi Classette e dopo un breve tratto si raggiunge una radura posta all’estremità di un ripiano.
Usciti dalla radura, piegando a destra si riprende la traccia evidente del sentiero. Superati alcuni tratti in saliscendi e dopo una breve rampa in discesa si giunge al fosso di Selva Grande, lo si attraversa piegando a sinistra tra gruppi di faggi. Usciti dagli alberi si prosegue per alcune decine di metri su un tratto di versante piuttosto ripido e scivoloso per la natura della roccia, lungo la quale qualche anno fa è stata collocata una fune d’acciaio come corrimano. Subito oltre il passaggio, alla base di una parete di roccia sgorga sgorga la famosa Fonte della Serrauta. Dalla fonte il sentiero, con piccole variazioni di quota si snoda lungo il versante aggirando vari costoni rocciosi e attraversando i fossi che li solcano. Dopo un boschetto incontriamo il Fosso della Solagna, poi tra lembi di bosco e tratti allo scoperto raggiungiamo il fosso della Corva. Proseguendo tra rocce sparse, cespugli di rose  canine e ginepri si arriva al fossetto di Ciufficolle, superati quindi alcuni tratti scivolosi si giunge su di una vasta spianata erbosa dalle forme  dolcemente ondulate (circa 3 ore dal S. Cuore). Siamo sul lato est di Monte Doro. Si prosegue tra i prati nella valletta centrale lungo i muretti a secco che delimitavano i pascoli. Con una piccola deviazione verso sinistra si raggiunge la sommità del rilievo (m 1617) da cui si domina il bellissimo paesaggio sulla conca di Amatrice. Il sentiero attraversato il pratone piega a sinistra e con alcune curve scende alla base di Monte Doro, attraversa il fosso di Cima Lepri. Da qui una pista bianca scende per circa 2.5 Km fine alla graziosa chiesetta quattrocentesca di San Martino.

Cascate della Volpara e della Prata da Umito

Tcmpo salita: 2/2.30 ore Tcmpo di discesa 1.30/2 ore
Dislivello: 512 m.
Difficoltà: facile

In questi luoghi sono sepolte le testimonianze delle cruente lotte tra partigiani e nazisti, ricordate nel piccolo cimitero partigiano che si incontra dopo
Pozza, sulla desta. La Cascata della Volpara è costituita da una serie di salti non ripidi. I primi due, di circa40 m., sono ravvicinati. Da Umito, dopo il lavatoio, si prende a ds una sterrata che in circa 1 km porta a uno slargo prima del ponticello che attraversa il torrente. Lasciare qui l’auto (668 m.).
Si segue la sterrata che si alza rapidamente; dopo ca 30 min. un evidente fosso obbliga a un piccolo guado. Da questo punto è possibile una deviazione
per la base della cascata delle Prata completamente immersa nella vegetazione. (20 min. dalla sterrata circa 100 m. in più). Tornati indietro si  continua per la strada che in poco più di 10 min. termina in corrispondenza di un casaletto. Continuare per l’ evidente sentiero che traversa il versante alzandosi gradualmente fino a costeggiare il vicino Rio Volpara. Dopo poco si raggiungono i salti formati dal ramo principale del Rio, attraverso un sentiero sempre più esile e scomodo (1180 m., 1.40 ore). Per osservare da vicino i salti piu alti è possibile seguire il sentierino che risale il dosso boscoso a sn traversando poi a ds in corrispondenza dei salti (con attenzione!).