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Piantastorie: il Nespolo

numero 2 – Newsletter della Associazione Arcoiris – aprile 2019


E’ minuto il Nespolo di Nadia, è  minuto e “riccio” come  lo era Lei. Sì, perché il Nespolo che è  stato piantato nel Parco degli Acquedotti per ricordare la nostra amica ha le foglie arricciate, crespe, come la chioma della nostra amata ferroviera.
La storia di questo Nespolo è sofferta, perfino un po’ misteriosa.
Quando viene messo a dimora sul bordo del corso dell’Acqua Mariana è ancora piccolo, ma le sue foglie promettono bene.
Per me, che so di botanica quanto di quantistica, già qui si pose una questione: si tratta di un esemplare di Mespilus germanica (Nespolo comune) o di Eriobotrya japonica (Nespolo del Giappone)? Che poi, se fosse il primo, si scopre che non proviene dalla Germania ma dai Balcani e, se fosse il secondo, invece che dal paese del Sol Levante arriverebbe da quello della Grande Muraglia! Madonna che rompicapo!
“Nespolo comune” va benissimo.
In ogni caso questo luogo, seppur bellissimo, con l’orizzonte impreziosito dalle antiche arcate romane e dallo scorrere di trenini che ricordano i nostri giochi dell’infanzia, non si confà al nostro alberello. Chissà, forse è solo l’arsura di stagioni troppo secche.
Insomma, non si capisce bene il motivo, ma le foglie diventano marroni, si avvizziscono, si seccano e cadono ai piedi di quel minuscolo tronco che si trasforma sempre più in uno stecco  solitario. L’erba spontanea che ineffabilmente gli cresce attorno lo soffoca, lo fa sparire.
Poi, a maggio scorso, lo ritroviamo liberato dalla vegetazione infestante, con il terreno attorno lavorato, con delle canne che ne delimitano lo spazio, quasi a difenderlo da un mondo ostile e a segnalarne una  esistenza ancora troppo fragile. Alcune grandi foglie ne testimoniano una vitalità prorompente. Probabilmente gli impagabili volontari del Parco hanno fatto il miracolo!
Ma il miracolo è consistito in una rinascita inattesa o nella sostituzione del nespolo precedente?
Quando, dopo un po’ di giorni, ritornammo qui con i nostri amici, su questa questione, si innesco’ un dibattito che nemmeno ai congressi del PCI degli anni d’oro. Non se n’è venuti a capo, ma in fondo non è importante. Non lo sapremo mai, ma non é  importante. Vecchio o nuovo, quello é il nostro Nespolo.
Oggi il Nespolo è lì con il suo fusto che sarebbe meglio definire stecchetto, con le sue foglioline che cercano di srotolarsi per godere del sole.
Un volontario del parco, qualche mese addietro, mi aveva detto che il Nespolo é una pianta forte, resistente, perfino tignosa. In ogni caso questa minuta piantina, lì sotto il rombo incessante degli aerei che atterrano e decollano da Ciampino, è un testimonial perfetto delle caratteristiche della sua specie … e non solo.

#Mespilus germanica. Nespolo comune.
Il Nespolo nasce nei boschi, e nei monti, e vegeta in tutti i terreni. Mette le foglie ai primi di Marzo, fiorisce poco dopo la metà di Aprile, e si spoglia nel Novembre.
I suoi frutti non son di alcuno oggetto, mangiandosi solamente per capriccio da qualcheduno nell’inverno, quando principiano a putrefarsi, giacché fuori di quest’epoca son sì acerbi, e austeri , che è impossibile soffrirli in bocca.
II legno del Nespolo è bianco, e duro, e si può adoprare per gli stessi usi che si son notati al Corniolo.
Definizione tratta da:
Trattato degli alberi della Toscana, di Savi Gaetano (1769-1844) 
Firenze – G. Piatti, 1811 – 2. ed. con moltissime aggiunte
www.biodiversitylibrary.org

Immagine tratta da:
Iconographia florae italicae : ossia, Flora italiana illustrata …, di

Fiori Adriano (1865-1950), Crépin François, (1830-1903), Paoletti Giulio, (1865- )
Padova :Tip. del seminario,1895-1904.
www.biodiversitylibrary.org

Luciano B.

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