Pensando a te:
i ricci ed il sorriso emergono per primi,
come fugaci immagini dell’amicizia persa.
Su un viottolo sassoso: caldo e sudore e gioia;
gli orizzonti e le cime:
panorami immensi che condividevamo.
A casa, per le cene amicali o di lavoro,
perché di comuni passioni si viveva la vita,
discutendo su tutto e tanto facendo.
Pensando a te:
in sezione, alla Festa,
con mille idee e cento braccia dietro, e a fianco.
Seria nell’impegno:
le campagne elettorali, i rappresentanti di lista, i volantinaggi, i dibattiti.
Per tentare di dare una speranza a chi non ne ha.
Sempre disposta a dare molto:
in te si trovava la dedizione senza chiesa,
la partecipazione cosciente di donna libera.
E se la tua espressione di libertà
talvolta cozzava contro i miei piedi piantati a terra,
ora ti chiedo scusa amica mia, compagna, Nadia.
Massimo
NADIA
Sono qui, a questa finestra.
Non so perché
oggi mi torni in mente.
Non c’è alcuna ragione,
ma ti penso.
Penso a quella lettera
in cui mi rimproveravi
di non prendere posizione.
E’ bello il tuo paesello da favola,
mi dicevi, ma la vita è altro!
Caratteri diversi, noi:
sognatrice scontenta io,
decisa, forte, tu.
Eppure
ci volevamo bene.
Pensavo che saremmo diventate
due vecchie amiche,
strane, forse,
ma pensavo serene.
Non è stato così,
non ci siamo più viste,
mai più sentite.
Te ne sei andata
In un giorno di aprile:
tu morente,
io salva per miracolo.
23/03/2022