Tu donna non puoi respirare
con i tuoi polmoni,
non puoi parlare,
con la tua bocca,
non puoi muoverti,
con il tuo corpo.
Tu, regina dell’amore,
non puoi niente.
Neppure desiderare puoi
con la tua fantasia.
Puoi essere dolce,
puoi perdere la calma,
essere allegra,
essere appassionata, tutto tu puoi
ma ad una condizione,
che tu per sempre abbandoni
la tua persona.
Eccola la tua persona
guardala, o donna,
buttata là.
Prigioniera di una preziosa torre d’avorio
marcia e puzzolente torre.
Prigioniera di chi ha paura di te
di chi mai però rinuncerebbe a possedere te.
Grida con rabbia donna
urla da quella torre
con tutta la tua disperazione
non tacere.
Vedrai, qualcuna stavolta ti ascolterà
sotto la tua finestra si fermerà.
E questa volta finalmente
con la serenata
nessuno a giocarti
più riuscirà.
27 settembre ‘78