Nadia mi sembra impossibile scriverti anziché parlarti. Eravamo due bambine al loro primo giorno di Scuola Media che, sedute casualmente allo stesso banco, facevano conoscenza. Una conoscenza che è durata per sempre….mi piace ricordare di noi quella prima giovinezza, che ci ha viste poco più che bambine, tenerci per mano attraversare la strada con le mille attenzioni che ci venivano suggerite dalle nostre famiglie, esplorare i primi spostamenti in città, i primi compiti insieme a casa, dell’una o dell’altra, con l’immancabile thè che io bevevo in fretta, mentre tu un po’ sorpresa mi chiedevi : ma come fai è così bollente…..!!!
Sei stata la mia prima libera uscita …sempre attenta, informata, responsabile. Sei stata la mia prima amica.. Che bello girare da sole nel quartiere, studiare io e te, raccontarci io e te…stare al telefono io e te..
Ti ricordi, quando ignare ci siamo ritrovate in Via Nazionale in una carica della polizia e un negoziante, vedendoci così smarrite, ci ha offerto riparo nel suo negozio?.. . Era la prima volta che avevamo avuto il permesso di prendere il tram e fare un giro in centro città… eravamo così piccole…
Non abbiamo mai perso il contatto, anche se, in maniera molto autonoma, abbiamo vissuto le nostre esperienze molto simili nei principi, per percorsi spesso diversi.
Caparbia per molti aspetti, non hai mai abbassato la guardia, non hai accettato compromessi, scegliendo sempre e fino in fondo la strada dell’autonomia, anche rinunciando, forse, a qualche sogno.
Nadia mi piace pensare che ancora ci sei, magari davanti ad una tazza di thè fumante, par dirci tutto quello che non abbiamo avuto il coraggio di raccontarci e poterti stringere in un caldo, forte e immenso abbraccio.
Ciao cara amica mia…
Giuliana 12/3/2018