Resoconti

Quanto ci piacciono le vecchie abitudini!!

Domenica 22 gennaio 2017 – all’eremo di S.Benedetto e a casa di Lucilla

Eccoci alla prima escursione del 2017…….escursione……….diciamo bella passeggiata con buon pranzo finale……………quanto ci piacciono le vecchie abitudini!!

Ci riscaldiamo al bar di San Cosimato, (ecchè….poteva mancare?!), il cielo è cupo, l’aria è umida. Ci accoglie, ben infagottata anche Lei, una ragazza dell’Associazione Cultura Vi.Va che ci guida nella visita agli eremi di San Benedetto e al Convento di San Cosimato.

Siamo nel Parco Regionale dei Monti Lucretili e sempre – percorrendo l’autostrada Roma L’Aquila in direzione Vicovaro – quel convento a guardia di quella profonda gola dalle alte pareti rocciose in cui scorre l’Aniene, mi è sembrato molto suggestivo e impenetrabile. Non avrei mai pensato che un giorno avrei potuto visitarlo e guardare quel maestoso cavalcavia da un altro punto di vista. Con Gualtiero valutiamo che non bastano due rosselle – unità di misura estemporanea – per abbracciare uno di quei giganteschi piloni!!

Comunque, c’è stato un tempo in cui questi luoghi hanno vissuto di spiritualità e preghiera. Il convento di San Cosimato fu fondato nel VI secolo da un gruppo di frati che vollero fermamente chiamare San Benedetto a fare l’abate. San Benedetto accettò e sicuramente si debbono alla sua presenza i vari ambienti scavati nella altissima rupe che potevano essere celle, cappelle ed eremi per i monaci e il luogo scelto da lui per il suo eremitaggio.

Tutti concordano nel dire che questo luogo è fra i meno noti…………..beh………..non mi sorprende………qui ci fu un vero e proprio tentativo di uccidere il Santo. Infatti i monaci presto si scontrarono con la sua idea di vita monastica e decisero di andare per le spicce passandogli una bella coppa di vino avvelenato………capite che è meglio che non si sappia in giro che anche nel convento di San Benedetto ci fosse una certa familiarità con liquidi scuri pericolosi per la salute………..stile carceri palermitane!!! Comunque il Santo salvatosi dal vino non ha voluto insistere con i miracoli e ha lasciato il convento…….ma qualcuno l’ha vendicato…….in una bella cappella a strapiombo sul fiume è rappresentata in un affresco una cena di frati con il Santo che ha una bella coppa di vino in mano ………..della serie a buon intenditor poche parole, anzi, un solo disegno!!!

M ancor prima delle vicende di frate Benedetto proprio di qua passava un’importante via di comunicazione da Roma, attraversando la catena degli Appennini fino in Abruzzo, l’attuale via Tiburtina che allora era la via Valeria dal nome del console Valerio: e infatti il nome completo oggi è proprio via Tiburtina Valeria.

Per un sentiero scendiamo al fiume Aniene e, con l’aiuto di una stampa che ci mostra Luciano, cerchiamo di immaginare quanto fosse bello quel paesaggio, con un fiume importante circondato da una natura lussureggiante, con i canti dei pellegrini che attraversando il ponte di cui ancora si vedono i resti e con le grandi arcate di ben due acquedotti romani che portavano l’acqua Claudia e l’acqua Marcia a Roma. Oggi è poco più di un rigagnolo asservito a una diga, circondato da sponde spoglie e sporche, emarginato da una autostrada che incombe con i suoi giganteschi piloni e occupa tutta scena.

Costeggiandolo in risalita giungiamo a Vicovaro, comune di preistoria e storia antica, forse la Varia romana amata da Mecenate e Orazio che qui venivano a riposarsi dalle fatiche metropolitane. Troviamo la località di Sant’Antonio Abate in festa con le confraternite in piazza a prepararsi per la processione e cittadini molto coinvolti davanti alla chiesa che ha un bel porticato romano con colonne originali (sottolineato nel cartello turistico…). Camminando ci fermiamo davanti al monumento che ricorda una storia più recente. La città è Medaglia d’oro al Valor Civile. Nel 1943-44 fu occupata dalle truppe tedesche in ritirata che sulla collina delle Pratarelle vi compirono un eccidio che costò la vita a 26 civili. Vicovaro e il suo territorio furono anche Importante feudo della famiglia Orsini che qui decise di costruire il suo sepolcro. Lo possiamo ammirare nella piazza. E’ il Tempietto ottagonale di San Giacomo ma non fu mai usato per questo fine e non custodisce le salme nobiliari . Qui un cittadino si unisce al gruppo partecipando alle spiegazioni di Luciano e ci rapisce Tonino e Peppe coinvolgendoli in una “estensione” della visita nel suo negozio….

Lasciandoci alle spalle le imponenti torri cilindriche del borgo ci incamminiamo verso casa di Lucilla che ci aspetta con un pranzo degno di quelli degli anni passati. E’ tutto buono ma talmente abbondante che ci prepariamo tutti un pacchettino da portarci via. Tonino si mette da parte le polpette e le presidia temendo che qualcuno le possa prendere……….anche solo per sbaglio!! Caterina dice sorridendo “oggi qui ho fatto la spesa!”. Elsa cerca faticosamente di metterci in riga per ascoltare la parte decisionale della giornata, mica facile………..facciamo talmente chiacchiere che la confondiamo………..quanta pazienza e quanto bene ci vuole santa donna!! Comunque, alla fine ce la fa e decidiamo di destinare il nostro tesoretto del 2016 a iniziative che aiutino le popolazioni colpite dal terremoto. Peppe, Patrizia, Nadia, Luciano e Tonino ne illustrano tre da valutare a seguito dei contatti che prenderanno …devo dire che la situazione è talmente drammatica che tutte mi sembrano necessarie.

La nostra Presidente ci illustra il programma per l’anno 2017. Poco trekking urbano e molte camminate in montagna, tutte con dislivelli accettabili. “Insomma – dice – non ci sono scuse…dovete partecipare!”

Ebbene……..mica la possiamo deludere……….gambe in spalla e tutti pronti per febbraio!!

Rossella

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