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Sentiero della Salute in rima

Redazione

lbaldini

L’isola d’Elba, un pesce a fior d’acqua  – venerdì 11, sabato 12 e domenica 13 ottobre

Adatta anche ai bambini!?!

di Massimo Miano

Insieme a frotte di camminatori

Ci ritrovammo in quel della Biodòla

Distinti solamente dai dolori

E ‘l torcicollo, e l’anca dolorante

Tutt’e due li ginocchi bell’andati

Il colon intorcigliato e lancinante

Interrogammo tristi la patrona

Chiedendo lumi sull’alternativa

All’imminente gita impegnativa

Alla quistion risposta ci fu lesta

Abbiamo un sentierino che va a Procchio

Anche i bimbi lo fanno… lancia in resta

E la guida conferma lo già detto

Prendi il bunker, scavalli la collina

Sarà un’oretta di semplice viaggetto

Così Lauretta, Livia, Pino e Marco

Con Henriette, Massimo e Francesco

E Roberto con figlioletta al varco

S’apprestan l’indomani alla partenza

In ora tarda, ché tanto non c’è fretta

Con piede lento che l’orma lascia intensa

Dalla Biodòla dorata e soleggiata

Si partiva difatti dalla sabbia

In nostro còr tanto magnificata

Trovammo ordunque il bunker ostacolato

Fummo perplessi, in pulpito pensando

Che dura roccia avrebbe scavallato

Il sole illuminava la giornata

Il nostro orgoglio leniva le ferite

E tosto un’altra strada fu trovata

Abbandonata la zona antropizzata

Vi conto della nostra meraviglia

Nel ritrovarci in situazion fatata

Ampi sguardi di mare cristallino

A pie’ tra leccio, erica e corbezzolo

Molto saliva a quel punto il cammino

E discendendo poi ripidamente

Tra odori che non scorderemo mai

Alla Lamaia fummo immantinente

La posidonia, il mare trasparente

Rapiti da bellezza sì selvaggia

Dimentica i dolor, spazia la mente

A seguitar da sosta sì incantata

Riprendemmo la via per la collina

Verso la mèta tanto decantata

E sali e scendi e gira e sbaglia strada

Per sentieri scoscesi e profumati

Del Porticciolo mirammo la rada

La cromaticità sì tanto intensa

Della Penisola e l’Enfola lo scorcio

Era troppo, era quasi melensa

Lasciati lì Roberto e figlioletta

Ch’allietato c’avevano il percorso

Decisi abbandonammo la caletta

E sali e scendi e gira e sbaglia strada

Ci ritrovammo in un bosco di pini

Respiro verde della spiaggia agognata

Dalla Guardiola, il Campo all’Aia e il legno

Che genio ha trasformato in passerella

Puntammo dritti a Procchio con contegno

Di chi, con meritata pagnottella

Alfine è giunto ed ha lasciato il segno

Di tanta truppa, un poco sgrugnatella

E lì come poteva il nostro Cecco

Non affrontar le ire di Nettuno

Se i bimbini potean farlo becco?

Lo vedemmo infatti uscir dal mare

Con fare da novello Poseidone

(anche se ci pareva un po’ tremare)

Dopo caffè, grappino e riposino

Sempre Arcoiris siamo, pur se infermi

Ce ne tornammo per lo stesso cammino

E quindi bosco fitto, spiagge e rade

E sali e scendi e gira e sbaglia strada

Henriette sulla spiaggetta non ci evade?

Trasformata in Sirena la vediamo

(e non tremava mica, come altri)

Che elvetica potenza, e ripartiamo

E sali e scendi e gira e sbaglia strada

Dopo poco alla Biodòla tornammo

Evidente, reciproca ammirata

Di tanto battaglione assai dolente

Che per strada di bimbi se ne parte

Ma che rientrando pensa impertinente

Te li do io i bambini, il sentieretto

Il bunker, la passeggiatina calma

Di trekk, qui te lo dico, son provetto

E se siamo partiti doloranti

La dea bendata ci ha guidato bene

Siamo tornati interi ed adoranti

Di natura, colori ed emozioni

Del camminar percependo il benessere

Non temendo confronto coi campioni.

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