racconti dalla quarantena

Stamattina mi sono svegliato

Redazione

lbaldini

racconti dalla quarantena: resoconti di giornate fra cucina e soggiorno percorrendo viaggi fantastici o meno.



Roma, 25 aprile 2020

Viaggio all’interno di casa mia in ottanta (speriamo di no) giorni (13)

“Una mattina mi sono svegliato
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao”

Le rondini mi incantano. Ormai da diversi giorni la mattina, mentre facciamo la colazione, il mio sguardo viene rapito dalle evoluzioni imprevedibili di questi uccelli migratori. Stamattina mi sposto sul balconcino, me le voglio godere. Così mi fermo a fissare le loro traiettorie, cerco di inseguirle nel cielo, ma è dura: sono velocissime e le loro traiettorie sono imponderabili. Così fisso lo sguardo davanti a me e aspetto che una di loro entri nel mio campo visivo. Eccola che arriva, fulminea quasi sfiora il mio viso e poi via come una ferrari che sgomma corre verso le palazzine là di fronte, scompare per un secondo, poi riappare dietro un tetto rosso ed ecco che si alza e si allontana laggiù dietro gli eucalipti del Borgo Don Bosco. Le code e le ali si moltiplicano, per qualche minuto riempiono il cielo e sembrano un corteo disordinato, vitale, vivacissimo.
Oggi, per noi niente corteo, ci saranno tante iniziative sulla rete, ma niente camminata, niente corteo del 25 aprile. Le gambe non sopportano di stare ferme, la radio diffonde le note di Bella ciao, la testimonianza di Laura Gnocchi, io mi metto a camminare. A camminare come un pazzo su e giù per la sala, la cucina, i balconi, avanti e indietro mentre la voce della Gnocchi racconta delle interviste fatte ai partigiani, di quei giovani, a volte giovanissimi che si sono battuti per liberare il proprio Paese. Ascolto e il labbro diventa “brencio” (mi emoziono) e così ripenso alle storie di famiglia. Così cammino con lo zio di mamma ucciso dai fascisti e buttato dentro un fosso. No, Mussolini non ha fatto anche cose buone! Poi arriva il volto arcigno di mio nonno Giuseppe: se vuole gli aiuti del Fascio per la sua famiglia numerosa deve prendere la tessera, lui preferisce la fame. No, Mussolini non ha fatto anche cose buone! Mentre la mia marcia in casa si fa più svelta mi raggiunge la piccola sagoma di nonna Palmina che corre sullo stradello di terra che conduce in paese a cercare il proprio marito per farlo sfuggire al rastrellamento di fascisti e nazisti. No, Mussolini non ha fatto anche cose buone! Tante altre immagini e tanti altri ricordi si materializzano e camminano con me. 

La camminata si arresta, mi fermo, vado a cercare su internet notizie sul libro di Gad Lerner e Laura Gnocchi e trovo quella copertina con quattro giovani partigiani dai vestiti stracciati e sporchi, con i volti stanchi e provati. Tra loro c’è una ragazza: i suoi occhi che ridono descrivono più di mille parole quello che provavano i nostri nonni in quei giorni. Dietro a loro quattro una moltitudine di persone vicine, vicine, strette tra loro che guardano dentro l’obiettivo consegnandogli le speranze di un’Italia che voltava pagina.   

Così mi sono svegliato stamattina.

Luciano B.

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1 Comments

  1. Io non ho ricordi familiari che riguardino il periodo della dittatura o della guerra di Liberazione, ma confermo: il fascismo non fatto anche cose buone. Il libro di Filippi “Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo” che ho letto all’inizio di questa quarantena lo dimostra anche con dati alla mano. Ho avuto l’impressione che quest’anno il 25 aprile, ricordato senza le solite manifestazioni di piazza sia stato più “sentito” rispetto ad anni passati. Perfino il tg Lazio ha dato ampio spazio. Non c’è stata nemmeno una redazione che non abbia dedicato un approfondimento a questa ricorrenza.

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