Torniamo a fornirvi un aggiornamento sul progetto di solidarietà verso
i tre giovani ucraini accolti nella nostra città.
La costituzione del “Fondo Arcoiris – Help UA” che aveva l’obiettivo di coprire le spese delle utenze domestiche dei tre ragazzi, grazie alla disponibilità di molti, è sostanzialmente completata. Ci eravamo posti l’obiettivo dei milleduecento euro e finora sono stati raccolti millecentotrenta euro.
La sottoscrizione continua e chi volesse partecipare può compilare il modulo sottostante.
Ed ora ecco le ultime notizie che ci hanno inviato Patrizia e Giuseppe.
Dalla prima mail che vi abbiamo inviato, molti passi avanti a livello burocratico. Il Tribunale dei Minori ha nominato il tutore nella figura del sindaco, che ha chiaramente delegato i servizi sociali. Il primo passo dell’assistente sociale nominato è stato l’appuntamento presso l’Ufficio Immigrazione: finalmente è stata formalizzata la richiesta del permesso di soggiorno e attribuiti i codici fiscali.
Questi ultimi, se ricordate, erano necessari per la scelta del medico di base: nessun problema quindi con la ASL Roma 2 e adesso tutti e tre hanno il loro medico o pediatra.
All’appuntamento al Tribunale dei Minori, sono andati i Servizi Sociali del Comune, Tania, Patrizia e, ovviamente, i ragazzi; nulla osta dal Comune e, dopo il giuramento, la nostra Tania (nonna dei ragazzi e badante della madre di Giuseppe) sarà tutore dei ragazzi, più precisamente dei due più piccoli, perché, tra una pratica e l’altra, A. è diventata maggiorenne.
La traduzione di ulteriori documenti è servita per l’iscrizione di I. al Liceo Artistico, mentre R., il più piccolo, continuerà la scuola media, e a settembre sarà in seconda classe!
La grande proseguirà gli studi (condotti finora online in Ucraina, facoltà di Economia e Management) presso l’Università della Sapienza, ma non è ancora deciso.
Nel frattempo l’estate è dedicata alle lezioni di italiano.
I rapporti con le famiglie sono garantiti da Internet, ma i ragazzi vivono a distanza la guerra, soprattutto la grande, che ha amici soldati.
Ci rendiamo conto di dare poche notizie, e fredde. Ci ferma il desiderio di discrezione, ma anche la difficoltà di uscire dal terreno del provvisorio.
Vorremmo parlarvi di una giornata al mare, o dovremmo commentare quelle scene di guerra ricevute su un cellulare?
Ci ricordiamo ancora di una sera di marzo, in cui entravamo, in punta di piedi, nel Centro di Accoglienza di Budomierz, in Polonia; dopo esserci incontrati, (I. già la conoscevamo: era venuta due anni prima dalla nonna), espletate le formalità con la polizia polacca, abbiamo caricato i bagagli e siamo saliti in macchina tutti e cinque. E via, attraverso Polonia, Cechia e Austria verso l’Italia.
Ce l’avevamo fatta, pensavamo.
Patrizia e Giuseppe