Viva la curiosità
di Gualtiero
n. 9 – agosto 2024
Ho appena letto il proverbio “Chi sente ‘na campana e nun sente l’antra, è un brutto sono”; e nella riga sotto ho letto che Seneca già ammoniva: “Audiatur et altera pars” (si ascolti anche l’altra parte). Sono concetti che da un po’ di tempo mi frullano in testa con sempre maggiore insistenza; specialmente quando si tratta di questioni politiche.
Per esempio, Renzi ha detto in un’intervista che lui è d’accordo con quanto afferma la segretaria del PD, ma il purista salta su e scandisce “Mai con Renzi!” e non avverte il brutto suono che arriva all’orecchio di chi non sente l’antra campana. Ma cosa diavolo aveva affermato la segretaria del PD? “Siamo testardamente unitari”, aveva detto, che – secondo me – voleva dire “massima apertura, tutti sono invitati”; ma i soliti puristi, che non vogliono contaminazioni, si mettono all’erta e proclamano: “Stiamo attenti agli infiltrati”.
Se non ricordo male, ho letto un po’ di tempo fa che fra di noi, anzi dentro a tutte le comunità si è fatto troppo ristretto il NOI a vantaggio dell’ IO, troppo egoismo, poco altruismo. Ho letto che negli USA stanno con Trump, oltre ai soliti nazionalisti, anche gli immigrati di una volta, che temono la concorrenza di quelli che vogliono entrare adesso…
Ma cambio discorso, per non parlare sempre di politica. Ho visto venirmi incontro una famigliola (lui, lei, due figlioletti, tutti acchittati e un canuccio ben vestito); la famigliola ha da poco superato un extra (negro e chissà da dove venuto), che pulisce il marciapiede e ha distribuito scatolette di latta o di plastica lungo il percorso, perché ci vengano messi gli spiccioli dei passanti; e lei che commenta: “Vojono i sordi da noi che manco ce bastano pe’ campà”…
Al mare, dove trascorro l’estate, tutto il santo giorno passa, spingendo avanti uno sgangherato carrettino, l’ometto che strilla “cocco freeeeesco, ciambelle zuccheraaaaate!!!”; non manca quasi mai il commento un po’ scocciato di qualche bagnante: “ma a questo la voce l’assiste sempre?!”.
Tempo fa, tanto tempo fa, ero in gita scolastica con colleghi insegnanti e allievi della quinta classe, giovanottoni di quasi vent’anni. Nell’albergo una piscina e gli studenti più intraprendenti avevano cominciato a gettarvi dentro qualche malcapitato. Un professore con due colleghe stava ai bordi della piscina; impaurito dal rischio di finire nell’acqua, il prof se l’è data a gambe, lasciando le colleghe in balia di quegli scapestrati… Quel professore ero io…
Ottimo spunto ed eccellente finale. Quando iniziavo un discorso con io, mia zia diceva: “io, io, io, asino mio.” La prima persona singolare è una brutta bestia che è difficile da tenere a bada.