Roma, 2 agosto 2023
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Ecco una nuova comunicazione di Giuseppe e Patrizia che ci aggiornano su Irina e il Fondo HelpUA.
Buonasera a tutte e tutti.
Altri due mesi passati con I. e molte novità. La scuola è finita con una coda: la nostra ragazza è stata rimandata in ‘Discipline plastiche’ (ricordate che parlavamo dei problemi con una insegnante?), anzi, per usare la terminologia attuale: è stato sospeso il giudizio. Per fortuna, gli esami di recupero non sono più a settembre e così l’11 luglio anche questa prova è stata superata. Nel frattempo sono continuate le lezioni di tennis e sperimentata qualche nuova amicizia: con due ragazze ucraine anche loro scappate dalla guerra. Ci siamo interrogati a lungo sul grado della sua integrazione, ci sarebbe piaciuto qualche amicizia italiana. Ne abbiamo parlato con la nonna, che ha rimarcato la differenza di esperienze tra ‘noi’ e ‘loro’: una ragazza che esce dal proprio paese in guerra ha un carico di vissuto e di esperienza molto diverso dai coetanei che incontra a scuola. Noi non crediamo che i ‘nostri’ siano così ingenui e inesperti della vita, ma, obiettivamente, al di là della lingua, riconosciamo che trovare interessi in comune non è facile. La nonna nel mese di luglio ha trascorso un periodo in ospedale. La sua malattia ha posto nuovi problemi: “Se nonna non potesse più lavorare e dovesse tornare a casa, io che faccio? Come posso continuare a studiare in Italia?”. In questo clima di incertezza abbiamo comunque curato il cambio della scuola, da lei voluto fortemente: sempre un Liceo Artistico un po’ più vicino a casa. Non basta: il progetto di una ‘vacanza’ a casa, a lungo vagheggiato e da noi ritenuto improbabile, è diventato realtà.
Domenica 23 luglio Irina è partita in un bus che esponeva il cartello Rim-Kropyvnyc’kyj: è incredibile sapere che una città posta nel centro dell’Ucraina, vicino al Dnepr, ha un servizio di linea diretto con Roma. Mentre scriviamo è a casa con i genitori. Siamo in attesa del suo ritorno, previsto per metà agosto. E’ il primo vero test per verificare le sue intenzioni e la sua volontà di studiare in Italia, anche a guerra finita. Alla prossima lettera, e ancora grazie!
Giuseppe e Patrizia
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