Sabato 16 e Domenica 17 – E – Nel parco nazionale d’Abruzzo.
Un week end di semplici escursioni immersi nella natura del parco.
Val di Rose – Val Jannanghera
Difficoltà: media
Dislivello +/- 845 mt
Durata percorso : 5,00 ore
Dall’ingresso di Civitella (1107 m.), che si raggiunge in due chilometri e mezzo da Villetta Barrea e dalla statale Marsicana, si traversa in salita l’abitato e si imbocca la mulattiera (segnavia 11) che sale verso la Val di Rose.
Un tratto faticoso su un costone visibile dal paese porta nella faggeta ai piedi del Monte Sterpidalto. Segue un lungo percorso nel bosco. Dopo aver traversato alcune radure si esce dalla faggeta intorno ai 1650 m. I1 sentiero prosegue per pascoli ai piedi del Monte Boccanera, supera un canalone e raggiunge il Passo Cavuto (1980 m.), dove ci si affaccia sulla Camosciara e sul Monte Petroso. Si continua in discesa e si risale a mezza costa aggirando il Monte Capraro e si raggiungono il vaIico e il rifugio di Forca Resuni (1952 m.), sullo spartiacque con il Lazio. In discesa si segue il sentiero (segnavia K6) che si abbassa sui pascoli dell’alta Valle Jannanghera. Entrati nella faggeta si prosegue sul fondovalle, superando alcune belle radure. Toccata la Sorgente Jannanghera (1305 m.) si piega a sinistra per il sentiero a mezza costa (segnavia 14) che riporta a Civitella Alfedena. L’anello richiede 5 ore.
Al Lago Vivo
Difficoltà: media
Dislivello + / – 500 circa mt
Durata percorso : 5,00 ore
La più classica escursione dei dintorni di Barrea traversa una delle più belle faggete del Parco e si conclude in vista del Monte Petroso, in una zona spesso frequentata dall’orso marsicano.
Dal paese (1066 metri) si segue per un chilometro e mezzo la statale verso Alfedena. Al primo tornante, lasciata la strada, si segue a destra la sterrata
che conduce alla sorgente Sambuco (1154 metri). Da qui ci si incammina sulla sterrata (segnavia K6) che scende verso il Lago di Barrea. Raggiunto l’inizio del sentiero K5 lo si imbocca a sinistra e si sale lungamente nella faggeta della Valle dell’Inferno.
Superato un tratto ripido si traversa un intaglio roccioso, si esce dal bosco, si scavalca un crinale e ci si affaccia sulla conca del Lago Vivo (1591 metri),
che si trasforma d’estate in un acquitrino.
Spettacolare, dalle rive del bacino, il colpo d’occhio sui monti Petroso, Tartaro e Jamiccio.
Tra andata e ritorno si impiegano due ore e mezza.
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