Trekking urbano all’E.U.R. – approfondimenti

domenica 1 dicembre 2019
Per le strade della Terza Roma. Trekking urbano all’E.U.R.

Planimetrie

Le immagini da film girati nel quartiere

Le letture

Resoconto dell’intervento di Umberto Guglielmotti durante la discussione alla Camera del Regno del disegno di legge “Esposizione universale e internazionale da indirsi, in Roma, nel 1942 XX


La prima idea di organizzare a Roma un’Esposizione Universale risale al 1935. L’anno successivo verrà creato un apposito ente autonomo. La commissione incaricata della stesura del progetto era composta da Giuseppe Pagano, Marcello Piacentini (che avrà sin da subito il ruolo di “capogruppo”), Luigi Piccinato, Ettore Rossi e Luigi Vietti.
Giuseppe Pagano-Pogatschnig fu estromesso per le sue idee che non collimavano con quelle di Piccinato e Mussolini. Più avanti entrerà nella Resistenza e sarà ucciso nel campo di Mauthausen.

Lettera di Pagano alla moglie, dal campo di Melk, prima del trasferimento a Mauthausen. Mimmo Franzinelli (a cura di), Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza 1943-1945, Mondadori, Milano 2005)

Paola, ti mando un mio ultimo saluto. È probabile che la nostra bella vita così intensamente felice sia definitivamente interrotta. Abbi forza. Non piangere troppo e sii fiera della mia vita generosa. Pago di persona. Particolari della mia esistenza e dei miei ultimi giorni te li daranno i compagni superstiti. Voglio essere forte, vicino a te sempre, presente in tutti i tuoi sogni. Pensa a riprenderti, non abbandonarti alla malinconia. La vita ti farà ancora sorridere e io ne sarò tanto felice. Bacia la bimba; essa possa vedere il nuovo mondo. Pensi al suo paparino dei momenti più belli! A te tutto il mio amore, tutta la mia grande fede nella tua grande bontà. Quando mi ricorderai voglio da te ricordi allegri, quelli dei nostri tanti intervalli felici. Vivi in compagnia, evita la solitudine. Sei ancora giovane ed hai il diritto ancora alla parte di felicità (grande! grande!) che io mi ero ripromesso di darti. Addio.

Bacioni a Vanna e agli zii

Bubi


Pier Paolo Pasolini ha vissuto gli ultimi anni della sua vita all’Eur in via Eufrate, 9.

Oggi è domenica (Poesie a Casarsa, 1941-1943)

Vuei a è Domènia, doman a si mòur, vuei mis vistís di seda e di amòur.   Vuei a è Domènia, pai pras cun frescs piès a sàltin frutíns lizèirs tai scarpès.   Ciantànt al me spieli ciantànt mi petèni. Al rit tal me vuli il Diàul peciadòur.   Sunàit, mes ciampanis, paràilu indavòur! Sunàn, ma se i vuàrditu ciantànt tai to pras?”   I vuardi il soreli di muartis estàs, i vuardi la ploja li fuèjs, i gris.   I vuardi il me cuàrp di quan’ch’i eri frut, li tristis Domèniis, il vivi pierdút.   “Vuei ti vistíssin la seda e l’amòur, vuei a è Domènia domàn a si mòur”. Oggi è Domenica, domani si muore, oggi mi vesto di seta e d’amore.   Oggi è Domenica, pei prati con freschi piedi saltano i fanciulli leggeri negli scarpetti.   Cantando al mio specchio, cantando mi pettino. Ride nel mio occhio il Diavolo peccatore.   Suonate, mie campane, cacciatelo indietro! “Suoniamo, ma tu cosa guardi cantando nei tuoi prati?”   Guardo il sole di morte estati, guardo la pioggia, le foglie, i grilli.   Guardo il mio corpo di quando ero fanciullo, le tristi Domeniche, il vivere perduto.   “Oggi ti vestono la seta e l’amore, oggi è Domenica, domani si muore”.

Tratta da “Poesia in forma di rosa” (1961-1964)

Supplica a mia madre

E’ difficile dire con parole di figlio

ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.

Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,

ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.

Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:

è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.

Sei insostituibile. Per questo è dannata

alla solitudine la vita che mi hai data.

E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame

d’amore, dell’amore di corpi senza anima.

Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu

sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:

ho passato l’infanzia schiavo di questo senso

alto, irrimediabile, di un impegno immenso.

Era l’unico modo per sentire la vita,

l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.

Sopravviviamo: ed è la confusione

di una vita rinata fuori dalla ragione.

Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.

Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…


Giuseppe Ungaretti invece abitò in via Sierra Nevada.

La madre, Sentimento del tempo, 1930

di Giuseppe Ungaretti

E il cuore quando d’un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d’ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all’eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m’avrà perdonato,

ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d’avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.


Bibliografia

Italo Insolera, Luigi Di Majo, L’Eur e Roma dagli anni Trenta al Duemila,Bari, Laterza, 1986

Massimo De Vico Fallani, Parchi e giardini dell’Eur, Roma, Nuova Editrice Spada, 1988

Vieri Quilici, Eur, una moderna città di fondazione, Roma, De Luca, 2015

AA.VV, La storia – Eur, dalla preistoria ai giorni nostri, Roma, Communitybook, 2018

https://www.eurspa.it/it/asset-property/patrimonio/edifici-storici/palazzo-uffici

http://web.tiscali.it/diag_bbcc/eur_it.pdf (brochure di 35 pagine redatto da Eur spa)