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20 dicembre 2022 – Turno di volontariato alla mensa Caritas di via Casilina

I nostri ospiti arrivano alla spicciolata, sarà perché fuori è tutto bloccato. E già, Natale incombe, come al solito accompagnato da una frenesia spasmodica alla ricerca di cibo e regali, come se non ci fosse un domani.
Anche dentro la mensa è Natale, c’è un albero grande grande, tutto addobbato, davvero bello, non di quelli striminziti, con qualche palletta rimediata che ti mettono tristezza solo a guardarli.
È solo la seconda volta che vengo, ma tutto sembra già familiare. Del viso dei miei compagni di lavoro, tra cuffiette e mascherine, vedo solo gli occhi, ma sono occhi luminosi, e penso che i nostri ospiti questo vedranno, occhi luminosi.
E questo è bello, perché non deve essere facile, a Natale, mettersi in fila sperando magari che ci sia qualcosa che ti piace, anche se è un lusso che non puoi permetterti.
Alcuni arrivano e dicono ciao, come stai, alcuni ringraziano. Un ragazzetto fa i complimenti, qui da voi il cibo è sempre buono, sono mancato un po’ perché avevo trovato lavoro ma poi l’ho perso e sono tornato.
Arrivano sul finire due giocolieri da strada, giovani, ancora con gli abiti da lavoro. Uno dei due fa rotolare il cappello sul dito prima di mettersi a mangiare, e tutti lo guardiamo sperando che per magia il suo cappello non smetta mai di girare.

Ma porto nel cuore due anziani, un uomo e una donna. Lei non è accreditata per mangiare, lo accompagna accudendolo perché lui sembra un bambino. Lui mangia tutto e mentre lei si mette in fila per il bis si mette a leccare il suo piatto, lentamente, come se non volesse lasciare neanche una goccia di sapore.
Con calma lei si stacca dalla fila,va da lui, gli toglie dolcemente il piatto dalle mani e con tenerezza gli sfiora la testa con una carezza infinita. 
E allora ho pensato che l’amore, in qualunque forma esso si manifesti, è il dono più grande che si possa ricevere.

Marzia L.