News, un bastimento carico di

E’ arrivato un bastimento carico carico di… M


Col loro Bastimento stavolta Alessandra M. e Stefano P.  ci conducono dentro il “complicato” sistema elettorale statunitense.


M come Midterm elections


Lo scorso novembre abbiamo vissuto l’esperienza delle elezioni di medio termine (midterm elections) che si tengono ogni quattro anni, sfalsati di due rispetto alle elezioni presidenziali. Da qui il nome perché cadono a metà del mandato di ciascun presidente.



Tale tornata elettorale si tiene il primo martedì del mese di novembre degli anni pari e riguarda i 435 membri della Camera dei rappresentanti e un terzo dei 100 membri del Senato (alternativamente 33 o 34). In questa occasione si eleggono anche i governatori di trentasei dei cinquanta Stati membri degli Stati Uniti, i membri delle assemblee legislative degli Stati e degli organi di contea.

Per tentare capire l’esperienza che abbiamo vissuto è opportuno ricordare come funziona il sistema di voto negli Stati Uniti d’America. Il diritto di voto è possibile esplicarlo sostanzialmente in due modi: andando a votare direttamente al seggio o facendosi mandare la scheda a casa e spedendo il proprio voto via posta, mediante il cosiddetto metodo degli absentee ballot.
Il voto al seggio è quello più usato dagli elettori americani, anche se negli ultimi anni non sono mancate accuse e sospetti di brogli. Sussistono però dei problemi relativi alla corretta identificazione dei votanti alle urne perché capita spesso che ci siano persone, soprattutto dei ceti meno abbienti, che si rechino alle urne senza poter garantire al 100% la propria identità. A questo tipo di elettori vengono dati dei provisional ballot, che consentono di appurare la validità del voto solo dopo successivi controlli. Il metodo di voto per posta è utilizzato soprattutto da chi, per motivi di lavoro, non può recarsi a votare alle urne, o da chi, per un motivo o per un altro, è lontano da casa il giorno delle elezioni.

In conclusione, mentre noi in Italia siamo abituati ad avere i risultati quasi definitivi delle elezioni il giorno dopo la chiusura delle urne, negli USA questo processo dura almeno una settimana. L’idea è che in uno dei paesi più tecnologici del mondo quando si vota sembra di essere tornati ai tempi del far West quando le comunicazioni erano affidate a diligenze e cavalli.

Se vi foste collegati alla CNN nella seconda settimana di novembre del 2022 vi sareste trovati sempre una bella cartina degli Stati Uniti colorati di blu (democratici) e di rosso (repubblicani) a seconda di chi aveva la maggioranza in quel momento in ciascuno stato. Di fronte alla cartina si trovavano uno o più giornalisti che sparavano percentuali a raffica alla velocità del suono. La confusione poi raggiungeva il massimo quando nello stesso Stato stava vincendo per il Senato un repubblicano, mentre come governatore era in corsa un democratico.


In tutta questa baraonda di nomi e di cifre noi avevamo un nostro candidato preferito, il democratico John Fetterman della Pennsylvania. Oltre alle sue idee progressiste ci ha colpito molto il suo stile di vita. E’ una sorta di gigante alto più di due metri che veste sempre con una felpa e i calzoncini da giocatore di basket. Ha solo un vestito che indossa quando deve presiedere il Senato della Pennsylvania, dove c’è un preciso codice di abbigliamento.
Fetterman è sposato con Gisele Barreto, un’attivista brasiliano-americana, originariamente immigrata senza documenti. La coppia ha tre figli e vive con i loro due cani da salvataggio in una casa privata avendo rifiutato l’alloggio ufficiale offerto al marito. A maggio del 2022, Fetterman ha subito un ictus ischemico che gli ha lasciato della difficoltà del linguaggio. Nonostante questo, grazie anche all’utilizzo dei supporti tecnologici che lo hanno supportato nel parlare, è riuscito a portare avanti la campagna elettorale e a vincere una competizione che tutti davano per persa.
Come dire: la classica situazione da film americano.



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