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26 maggio 2023 – Turno di volontariato alla mensa Caritas di via Marsala
Questa volta sono in una postazione comoda, distribuzione dei vassoi, quindi di tutto riposo. Ciò mi permette di entrare in rapporto con le persone senza essere molto coinvolta, senza dover discutere con loro sulla quantità del cibo, sulla morbidezza del pane o della frutta e mi permette anche di effettuare un’osservazione della sala e degli ospiti. Noto subito che per parecchio tempo gli ospiti nel sistemarsi a mangiare non scelgono i tavoli centrali ma quelli addossati alla parete. Queste persone vivono ai margini della vita, della città ed evitano di stare troppo “in mezzo” per non farsi notare.
Offrire il vassoio salutando individualmente tutti e tutte è un atteggiamento vincente di accoglienza e disponibilità: buonasera, come va?
Buonasera, non c’è male.
Riesco a scherzare con molti e penso che quello di oggi è un pomeriggio senza troppi litigi, piuttosto tranquillo.
Non posso fare a meno di notare che nelle spazio che ogni ospite percorre tra il punto di accettazione e la distribuzione dei vassoi, può succedere che il ticket da consegnare venga perso, venga infilato in qualche tasca che lo rende introvabile. Ma come è possibile in 10 metri? Ho capito che la massima attenzione viene posta nel risistemare i documenti dentro il portafogli, nel chiudere la lampo dello zainetto o della borsa. Tutti i gesti sono metodici e lenti. Evidentemente compiendo certe operazioni bisogna essere concentrati e attenti a non perdere i documenti. Quando si vive per strada o in maniera precaria, si tiene tutto addosso e non bisogna distrarsi mai. Una ragazza dopo una lunga ricerca nelle tasche aprendo e chiudendo le lampo non riesce a trovare il bigliettino del pasto mentre un altro mi consegna un foglietto bianco con un numero di telefono.
Tutte queste operazioni vengono svolte lentamente facendo allungare la fila ma nessuno si lamenta. Guardo l’orologio e mi accorgo che il tempo sembra fermo anzi sembra di essere fuori dal tempo. La mia percezione del tempo è completamente diversa dalla loro. Loro sono in fila e senza far pressione su chi precede aspettano pazientemente di accedere alle diverse postazioni di distribuzione del cibo. Credo che per molti di loro che vivono per strada le azioni da compiere durante la giornata non siano molte e le energie si utilizzano soprattutto intorno ai pasti. Sono pazienti e a volte comprensivi delle esigenze degli altri.
Antonietta C.