News, storie da mensa

Il pane morbido

Redazione

lbaldini


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31 marzo 2023 – Turno di volontariato alla mensa Caritas di via Marsala


È la prima volta a via Marsala per me, e devo dire che sono un po’ curiosa.
Quando arriviamo all’appuntamento c’è un signore che sta tagliando i capelli ad un altro, proprio come farebbe un barbiere, solo che è in strada. E devo dire che per molti la strada è casa.
Quando usciremo la sera, dopo il servizio, molti staranno apparecchiandosi per la notte, in un turbinio di coperte, piumoni, cappotti, materassi e buste di plastica che a noi farebbe senso anche solo toccare.
Il degrado si tocca con mano, e non solo quello dell’uomo che è costretto (o ha scelto) di vivere in strada, ma proprio il degrado urbano. È tutto molto nero, sporco…
A mensa stasera sembrano tutti un po’ inquieti e forse hanno pure un minimo di ragione. Il cibo, devo dirlo, non è proprio invitante. Ma si sa, oggi è un venerdì di Quaresima e poi qui serviamo tantissimi pasti, e quindi mi raccomando…
Io sono alla distribuzione della frutta e del pane. Tutti mi chiedono le arance perché non hanno denti in grado di mangiare pere o mele. “Sceglimene una morbida” è quello che sento dirmi continuamente, e “morbido ti prego il pane che faccio fatica a mangiarlo”.
Il pane per fortuna non manca, ce n’è di tutti i tipi, curcuma, cereali, integrale, azzimo, spighette… e così, almeno per quello si può anche scegliere.
Ad un certo punto qualcuno alza la voce con un operatore che gli ha chiesto per cortesia di mettere la mascherina mentre è in fila e lo sento urlare “non ci venite se non siete umani, voi lo fate solo per voi”.
Per quanto mi riguarda (ma sono sicura che è così anche per le persone che sono insieme a me) non lo faccio certo per raccontarlo il giorno dopo al circolo del tennis!! È perché credo che nessuno, nessuno al mondo dovrebbe aver fame, e perché ritengo la solidarietà un dovere civico.
Per questa sera però mi rimarrà il dubbio del perché bisogni far osservare la vigilia a chi ti chiede di poter mangiare dopo perché è Ramadan.
Certo, siamo in Quaresima, ricordiamo i 40 giorni di digiuno di Cristo nel deserto, ma almeno lui se l’è cavata con 40 giorni, le persone che ho visto stasera non credo.

Marzia L.

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