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Nutriamo la mente

Redazione

lbaldini


Roma, 5 novembre 2024


E che vi credete? Il socio Arcoiris non ha solo intrepide gambette che spinge verso vette scintillanti; non ha solo un cuore generoso e soccorrevole, impegnato in mille progetti di beneficenza. No, il socio Arcoiris coltiva anche la mente, attraverso inesauste iniziative culturali.
Come lo scorso 30 ottobre, per la presentazione del libro di poesie Nanof, della poetessa messicana, ma romana di nascita, Enzia Verduchi.


Un momento dell’incontro

Nel suggestivo scenario del complesso edilizio del Pontificio Santuario della Scala Santa, sotto antiche volte in laterizio, ospiti dell’Associazione culturale TRAleVOLTE, assieme al nostro Alessio Brandolini, promotore dell’incontro, ho avuto il piacere di presentare al pubblico intervenuto una poetessa di rara sensibilità e la sua piccola, densa raccolta di versi. Per chi volesse approfondire a proposito di Enzia Verduchi e del suo bel libro, suggerisco la lettura dell’ articolo dello scorso luglio, scritto da Alessio sulla sua rivista web “Fili d’Aquilone”. Perché, per chi non lo sapesse, il nostro Alessio, oltre che raffinato poeta ed empatico traduttore (sua la traduzione anche di Nanof), è direttore della sopra citata “rivista d’immagini, idee e Poesia”, come recita il sottotitolo, nonché dinamico editore delle Edizioni Fili d’Aquilone, che hanno pubblicato, fra i tanti, anche questo titolo. Anche Nanof, acronimo di Oreste Fernando Nannetti, merita un approfondimento; in rete c’è tanto: si può cominciare da qui.
Che ci facevo io in mezzo a tanta cultura? Indegnamente la supplente di un professore universitario che non è potuto intervenire, a sua volta sostituto di altro professore universitario impossibilitato ad essere presente. Ma ho fatto i compiti a casa, coinvolta dalla umana compassione di Enzia Verduchi verso quel povero rifiuto sociale che era Nanof e, attraverso di lui, verso tutti gli esclusi, i “marci in testa”, zingari, strampalati, frenetici, agitatori, disertori o leviti, gli alieni, cosmonauti fluttuanti nelle vertigini interstellari. Ai quali tutti restituisce dignità di uomini.
L’atmosfera era piacevole e rilassata, il pubblico attento e ben disposto. Enzia Verduchi ha letto con grazia le sue poesie e gentilmente non si è sottratta al firmacopie.
Tutto è stato organizzato con cura e disinvoltura. E, poiché dietro i grandi uomini ci sono sempre grandissime donne, la riuscita della serata si deve anche a Laura, moglie di Alessio nonché socia Arcoiris anch’ella, che ha curato il servizio fotografico nonché il buffet. Perché, nella migliore tradizione di Arcoiris, tutto è finito a tarallucci (quelli piccanti che piacciono a me) e vino (frizzante dei Castelli Romani).

Marina Marotta



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