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Redazione

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27 agosto 2022 – Turno di volontariato alla mensa Caritas di via Casilina


L’ultimo sabato d’agosto e la partita pomeridiana della Roma ci consegnano una città deserta, tranquilla. Eppure mentre siamo sulla strada che ci porterà alla mensa della Caritas di ponte Casilino, riusciamo a incrociare un motociclista ed un autista che litigano per una precedenza e dei pedoni che altercano con un proprietario di un terrazzo che oltre ad innaffiare le sue piante bagna anche chi cammina sul marciapiede. No, proprio tranquilla questa città non lo è. 
In questa occasione la pattuglia di volontari Arcoiris alla mensa è composta da sette persone: Claudio, Fernando, Gabriella e Gabriella, Linda, Luciano, Lucilla. I racconti delle vacanze fatte e di quelle da fare riempiono il tempo di attesa precedente all’inizio del servizio e poi via, in pochi minuti, ognuno si vede assegnato un compito e inizia il suo lavoro.


Le patate fritte sono un classico della mensa

Questo è il momento di fare conoscenza anche con gli altri volontari e magari di ascoltare storie di coppie che si separano prima delle ferie e di gite in bicicletta con tunnel senza illuminazione con la paura che fa novanta. Non per tutti le vacanze sono state tranquille.
Anche oggi gli utenti sono molti, nel mese di agosto si è registrata la presenza di circa 180 utenti al giorno e gli addetti Caritas hanno dovuto incrementare ancora di più il loro impegno. 
Il servizio di mensa scorre via veloce. Ci sono gli utenti abitudinari, ci sono quelli che  ritornano dopo tanto tempo, ci sono quelli che si presentano per la prima volta. C’è chi si addormenta sul tavolo e chi, invece, più comodamente usufruisce di una bella panchina situata nel cortile. Un signore che ha mangiato all’uscita ci si avvicina e molto seriosamente ci interroga: “ma se Dio è misericordioso, perché allora esistono i buchi neri?”. Rimaniamo imbambolati e incapaci di profferir parola, l’omino, tranquillo, se ne va senza risposte.
Si sono fatte le 20, il sole sta già tramontando, è tempo anche per noi di chiudere questo turno e di andarcene, ma prima di uscire noto un vecchio signore alto, allampanato, un po’ ricurvo con un libro in mano. Mi viene d’istinto: “Le piace leggere?” La risposta è immediata: “Sì moltissimo.” A questo punto insisto: “Se posso chiedere, che tipo di libri le piace leggere?”. I suoi occhi, dolci e tranquilli, riflettono la sua disponibilità: “Mah un po’ di tutto, questo, per esempio, è un libro di geografia. Mi piace tantissimo la geografia”.  Lo interrompo: “Già, pensi che adesso nelle scuole la geografia è un po’ bistratta, non è più come quando andavamo a scuola noi.” La sua risposta è puntuale: “In verità insegnare la geografia come un esercizio di memoria di nomi di capitali, fiumi, etc. non era un granché”. Stavolta mi ha proprio spiazzato: “Sì,  forse ha ragione Lei”. La mensa sta chiudendo, non c’è più tempo, mi saluta così:  “Eppoi,  guardi c’è anche un altro tipo di geografia. C’è la geografia che si fa camminando per strada, una bellissima geografia, mi creda”. Il mio “Ci credo, ci credo” non riesce ad uscire di bocca, intanto il vecchietto lentamente si allontana, tranquillo. Tranquillo.

Luciano B.


Roma, 28 agosto 2022


2 Comments

  1. Bello Luciano. Sei riuscito a cogliere oltre che l’atmosfera della mensa anche un altro bisogno dell’ospite. Il piacere della lettura. Al prossimo turno si potrebbe portare qualche libro per il signore alto e allampanato.

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