28 marzo 2024 – volontari alla mensa Caritas di via Marsala
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Ho iniziato a frequentare per puro caso la mensa Caritas di Via Marsala, o meglio…non proprio casualmente ma per invito del mio amico Luciano. Volevo provare qualcosa di nuovo, ma non la novità per riempire il mio tempo, che oramai da pensionato è abbastanza libero: bensì una esperienza che mi potesse fare del bene all’anima, perché, infine, quando cerchi di essere d’aiuto o anche di supporto a chi ne ha bisogno sicuramente ne ricevi un qualcosa che ti arricchisce e che non ha prezzo. E così sono già diverse volte che faccio volontariato alla mensa, ed ogni volta che lo faccio poi ne esco leggero nel cuore dimenticando anche la fatica che ne consegue; ma, ben più significativo, pur sapendo di aver fatto una cosa buona, d’altro canto c’è la consapevolezza, che definirei anche amara, di ciò che ho potuto vedere. Mi rendo conto di quanto tutti noi viviamo la nostra vita racchiusi nel nostro microcosmo, con tutte le nostre cose a portata di mano, nella normalità, pur senza spese superflue…ma magari con la possibilità economica di poterci togliere anche qualche piccolo sfizio, magari per il semplice appagamento del nostro ego. Siamo persone sensibili, certamente, ci angustiamo a sentire i telegiornali, a leggere le brutte notizie sui quotidiani; ma poi…resta tutto distante, e pur dispiacendoci delle realtà più crude, tutto resta in qualche modo distante da noi. Stiamo vivendo un momento storico terribile, dove la guerra ha ripreso il sopravvento sulla pace, o forse lo ha sempre avuto. Si dice che nei conflitti esce sempre chi ha vinto: ma non è così, perché in ogni guerra ci sono sempre e soltanto due sconfitti, con il peso enorme di atrocità e morti di ogni età. E tutto questo porta ad aumentare la povertà, la povera gente che si ritrova senza più nulla, senza nemmeno un tetto sicuro dove ripararsi. Ma non è soltanto la guerra che crea l’orrido: la mancata accoglienza per le genti che fuggono da luoghi e situazioni invivibili, dove l’essere umano è calpestato nella propria dignità, dove non esiste il rispetto per la vita altrui. I nostri mari sono diventati cimiteri di persone senza nome, e con tante madri, padri, fratelli e sorelle che li piangono, essendosi a loro volta salvati per un destino che così ha deciso. Ecco…non voglio divagare troppo, e arrivo al punto. Frequentando la mensa della Caritas puoi venire a diretto contatto con tutta la povertà che esiste in questo mondo, puoi vedere i loro volti, il loro vestire, le buste piene di chissà cosa che tengono strette nelle loro mani, espressioni segnate dalle vicissitudini che ti parlano e ti raccontano la loro storia senza parlare. Vengono dall’Africa, dal Sudamerica, anche dall’oriente…ma ci sono anche italiani, che per un vissuto duro o pesante, pur vivendo nel nostro Bel Paese civile e oramai governato dalla tecnologia e dai Social… hanno perso tutto, oppure per un fato avverso mai nulla hanno avuto. Eppure tutti, siano neri o bianchi o di colore, una cosa impalpabile e senza prezzo, non l’hanno mai persa: la dignità e la fierezza, il rispetto e l’educazione verso l’altro, un sorriso e parole da scambiare, o anche il semplice modo di chiedere con delicatezza un altro pezzo di pane per accompagnare il loro pasto. Stanno lì fuori, aspettano il loro turno, in fila, entrano, si accreditano, si avvicinano al bancone, scelgono il loro cibo, il tavolo dove finalmente sedersi, magari in compagnia di chi già conoscono o per la stessa provenienza. E così, finalmente, conquistano il sacrosanto diritto ad un momento di vita normale.
Giampaolo I.