Certe volte mi accade che ripeto il suo nome. Nadia Nadia Nadia.
Il primo incontro è stato al Parco Nazionale d’Abruzzo, nel lontano 1990, alla fine di un trekking organizzato da Paolo Piacentini.
In quegli anni abbiamo camminato molto assieme con Gualtiero, Giovanna e tanti altri amici.
Con Nadia ci parlo sempre e lei mi ascolta.
Mi sembra anche risponda.
La sento quando mi dice “Tizià la vita è una, bisogna prendersela”
E lei lo ha fatto.
Con il suo lavoro, con i suoi familiari, con i suoi amici.
Perché Nadia ci ha sempre messo la passione, il cuore.
Mai superficiale.
Quante volte mi sono sentita ripetere: “Quando parli, alle volte non ti capisco. Salti dei passaggi.
Vai troppo di fretta”.
Sentiva che mi irrigidivo e allora prontamente diceva “Lasciamo stare!”
Tanti anni di conoscenza, tante cose fatte assieme, ma sempre con la completa libertà di scegliere.
Abbiamo condiviso molto: montagna, mare, viaggi, famiglia, amici.
Come mi sento senza di lei? Un po’ persa perché Nadia per me non era solo un’amica, ma molto molto di più.
Sorella, madre, compagna di vita. Tutto ciò e ancora di più.
“Nadia ti voglio bene”
Con la sua stretta di mano e il suo sorriso risponde “Si, lo so.”
Tiziana