newsletter: Taccuino di viaggio

Da Bovillae alla Villa dei Quintili


numero 20 – Newsletter dell’Associazione Arcoiristrekk – aprile 2022


i carceres del circo di Bovillae

Nello scorso mese di marzo ho avuto occasione di fare una semplice passeggiata, appena fuori città e tornando verso la città, con zero dislivello. Poiché è un’escursione a portata di mano e si può decidere anche all’ultimo minuto, ve la propongo.

Con il treno regionale per Velletri (biglietto € 1,50) siamo arrivati da Termini a Santa Maria delle Mole e di lì a piedi abbiamo proseguito verso Frattocchie per raggiungere il sito dell’antica Bovillae, città forse colonia di Alba Longa e poi romana, primo centro urbano importante uscendo da Roma lungo l’Appia e sita sull’importante crocevia fra la via che saliva al monte Cavo e quella che procedeva verso Anzio. Noi eravamo accompagnati da un archeologo, il che ci ha permesso di accedere ad una proprietà privata, nel cui terreno sono i resti di un circo, molto più grande di quelli dentro le mura di Roma, compreso il Circo Massimo e il Circo in Agone (attuale Piazza Navona). Di questo circo, voluto dall’imperatore Tiberio ed edificato nel 14 d. C., la qualità più importante non è neppure la grandezza ma il fatto, unico, che si siano conservati i carceres, cioè i box di partenza delle bighe (di dodici che erano ne restano tre; un quarto è inglobato nel casale). Interessante indizio di continuità fra l’antico e il moderno il fatto che siamo a breve distanza da Capannelle, come rifletterò più tardi. Non so dirvi come accedere per conto vostro al sito, ma già da fuori del cancello si scorgono i resti antichi e può essere sufficiente. Congedatici dalla ospitale famiglia proprietaria del terreno (che, quasi appartenesse ad Arcoiris, ha fatto seguire alle spiegazioni dell’archeologo un’invitante colazione a base di caffè e ciambelline), abbiamo proseguito sul marciapiede lungo l’Appia Nuova, riprendendo la via di Roma. Abbiamo fatto una deviazione su via di Fioranello per una breve visita ad un’azienda vitivinicola biologica (no, senza degustazione!), ci siamo fatti una foto con lo sfondo della cava dismessa di leucitite (leggasi sampietrini) attualmente in uso come palestra di arrampicata, e ci siamo avviati finalmente sulla Regina Viarum.

Lungo il cammino abbiamo privilegiato il godimento della primavera diffusa, con tutte quelle fioriture anticipate, rispetto alla secchionesca attenzione ai singoli monumenti, ma ricordo, almeno, che siamo passati accanto al tempio di Ercole. E, poiché in nostra compagnia c’era una yogi, ci siamo dati al Breath Walk, cioè una camminata concentrata sul controllo del respiro ma senza che ciò ci distogliesse dal magnifico ambiente circostante, anzi, poiché era necessario il silenzio, è stato facile e straordinario scivolare a passi lunghi e lenti fra le vestigia dell’antica strada. Anche ignorando le nozioni dello yoga potete ripetere l’esperienza, imponendovi con i vostri amici il silenzio per un quarto d’ora e muovendovi ascoltando il vostro respiro e alternando momenti di inspirazione/espirazione profondi e prolungati ad altri di respiro naturale. Non sarà scientifico ma male non vi farà.

ninfeo del vino della Villa dei Quintili

Cammina cammina siamo arrivati alla Villa dei Quintili, che ci ha accolti con la sua magnificenza (oltre che con i suoi bagni, servono anche quelli!). Nella visita, un po’ frettolosa (ma chi non è mai stato alla Villa dei Quintili?), abbiamo privilegiato la più recente scoperta, il ninfeo del vino, cioè la zona in cui l’uva dell’azienda era vendemmiata e poi avviata, attraverso vasche di decantazione e canalette, verso delle fontane, da cui, in occasione delle feste, il vino usciva per il piacere degli invitati (capito da dove vengono le “fontane che dànno vino” a Marino?).

Per finire, proprio come se si trattasse di un’escursione di Arcoiris, abbiamo tirato fuori il pane, i coltelli, la porchetta. Nonché – c’è da dirlo? – altre ciambelline e vino. Al caffè nessuno aveva pensato. Quello ce lo siamo goduto a casa, raggiunta comodamente con gli autobus che fermano di fronte all’ingresso della Villa su Via Appia Nuova.

Marina M.

[l’escursione qui raccontata si è svolta nel marzo 2019]

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