numero 12 – Newsletter dell’Associazione Arcoiristrekk –dicembre 2020
Certamente negli anni di Frascati in via Gregoriana 22 avevo delle amichette e degli amichetti. Mi ricordo che con loro, qualche volta, facendo finta di pulire con uno straccio il pavimento, arrivavo fin sotto le gambe di quella solita signora, affacciata alla ringhiera …
E certamente avevo una fidanzata! Ho ancora qualche ricordo, ma scialbo, del gioco dei fidanzamenti: consisteva nell’accoppiare due giovani dello stabile, di sesso rigorosamente alternato; non era ancora il tempo dei coming out. I grandi fidanzavano anche noi piccolini; a me avevano assegnato Elda, la più giovane della compagnia, quattro o cinque anni. Elda era vivace e indipendente, non rispettava le convenzioni e un giorno…
Un giorno non volle giocare a fare la fidanzata con me, che insistevo. Si era veramente arrabbiata e mi lanciò da qualche metro il suo ferro da stiro, per fortuna molto piccolo e che per fortuna mi sfiorò appena. Ma io mi misi a gridare a squarciagola, richiamando l’attenzione delle donne impegnate nelle faccende domestiche; alle quali, accorse spaventate e premurose, io indicavo la ferita di striscio, che Elda mi aveva procurato; sua madre la riempì di botte. Il nostro fidanzamento fu sciolto e mi fu assegnata, come nuova fidanzata, Marcella, mia coetanea, una bambina più tranquilla di carattere, certamente più ragionevole di Elda.
I fidanzati grandi organizzavano le passeggiate per Grottaferrata, ad alcuni chilometri di distanza dalle nostre case; eravamo ammessi anche noi piccolini, incuriositi da come funzionavano le coppie dei grandi: si tenevano per mano, qualche volta camminavano sottobraccio. Io tenevo tutto a memoria, caso mai mi fosse tornato utile smascherare con mia madre (la severa maestra di cui ho parlato) qualcuna delle mie sorelle. I soliti meschini ricatti.
Le domeniche pomeriggio, se eravamo stati alla messa del mattino alla parrocchia salesiana di Santa Croce, potevamo andare al cinema; ci aspettava Tarzan con la Signorina o il solito Tom Mix col suo splendido cavallo. Nell’intervallo sui due lati della sala spuntavano fuori due venditori di dolciumi con la cassetta pendente dal collo, piena di caramelle, mostaccioli, liquirizie attorcigliate, “zeppidolci”, quadretti di castagnaccio. Ma io e Angelo non avevamo i soldi per comprare qualcosa, eccetto le domeniche, quando veniva nonno Enrico da Roma e ci regalava a ciascuno una lira intera!
All’Oratorio salesiano di Santa Croce mio fratello Vittorio, che nel ’43 aveva quasi diciotto anni, giocava a pallone con i suoi coetanei; e qualche volta con loro giocava un ragazzo poco più che ventenne, già centravanti della Roma, poi della Nazionale; il suo nome: Amedeo Amadei! Eccola la spiegazione, perché noi quattro maschi di casa eravamo tutti accesi romanisti!
Gualtiero