Domenica 21 febbraio 2016 : Monte Pellecchia da Monteflavio.
A Monteflavio ci aspetta il solito bar. Non voglio dire che c’è un bar che ci segue ma che è sempre un bar il luogo d’inizio…Diciamo che a noi l’inizio ci piace così……due chiacchiere di saluto, un buon caffè, forse una seconda colazione, ci scambiamo qualche aggiornamento sulle nostre vite, insomma : l’appuntamento al bar ci fa subito sentire insieme……(tentativo di una “fenomenologia del bar” per salutare un grande……)
La gita rimandata ha scompigliato “il gruppo del 14” chi c’è, chi con il cambio data non è potuto più venire chi, invece, proprio per questo si è aggiunto……..però, ragazzi, che giornata!! Un sole caldo ci ha accompagnato fino in cima al Monte Pellecchia senza lasciarci mai perchè, come ha detto Patrizia, in un bosco senza foglie i raggi passano…… Erica è da poco a Roma ed è la prima volta che viene con noi. Ci racconta che le manca l’aria buona della provincia…….direi che meglio di così non le poteva andare……..e infatti sembra contenta…….magari torna!!
Il bosco è per lo più una faggeta invernale con un sottobosco di foglie secche e poco verde ma, oltre a tanti crochi dal colore violaceo intenso, ospita dei tenerissimi bucaneve immacolati . La salita è piacevole e ci distanziamo senza preoccupazione…..sembra tutto così semplice………ed ecco che accade un fatto straordinario e irripetibile (che peccato per quelli che non c’erano…)……..mi giro……..e sono la prima!! Proprio così…….mi stanno tutti dietro……..e non solo li devo aspettare, ma mi fanno facce perplesse, gesti interrogativi, Peppe mi insulta proprio dicendo che fin’ora ho mentito facendo la parte della “sfiatata” incerta e titubante……..macchè ragazzi……fantozziana e distratta, come sempre, avrò fatto pasticci col sentiero e mi sono persa……….meno male che mi avete ritrovato!!!
In cima ci aspetta uno spettacolo mozzafiato…….il Terminillo, il Gran Sasso, il Velino e la Maiella ci girano intorno imponenti e innevati e sotto – fra noi e loro – grappoli di case persi nelle valli che non riusciamo neanche a identificare. Natalino cerca conferme nel suo gps…..un attrezzo infernale che non comunica con nessuno e innanzitutto con lui….meno male che escursionisti del posto ci danno indicazioni precise!!!
Il cielo è attraversato da una striscia celeste chiaro che accarezza le cime bianche……..sembra che la luce venga dalla terra e vada verso l’alto. Fermarsi a mangiare un panino riparati dal vento e al caldo del sole può far dimenticare una settimana difficile…per non parlare di cosa può fare schiacciarci un pisolino!! Oltre alla vista, lassù c’è un piccolo presepe fra i sassi e l’elica di un aereo militare caduto nel ’60. C’è una scatoletta di metallo con un libro di bordo dove possiamo mettere la nostra firma …… è una cosa molto poetica..
Continuiamo inseguendo i resti dell’aereo e Lamberto – già fisico di suo – comincia a dissertare su carlinghe, code, pesi, gravità…..guadagnandosi, strada facendo, la nomina di ” fisico bestiale”. Al rientro passando davanti alla Casa del Pastore, un rifugio che può ospitare su permesso comunale, un gruppo di escursionisti sta preparando la brace per la cena. “Però, ci hanno pensato prima di noi”….borbotta gastroiris….
La giornata la chiudiamo là dove è cominciata. Ci beviamo una cosa al bar e facciamo le ultime due chiacchiere. Il confronto fra l’implacabile pioggia che avremmo preso domenica 14 e lo splendido tempo che abbiamo avuto durante la giornata è inevitabile. E’ così che nasce la battuta “escursione rimandata…escursione fortunata”…..ma non è mia……..
Rossella