Resoconti

aria fresca

Redazione

lbaldini

Sabato 14 e Domenica 15 giugno – Monte di Mezzo e Pizzo Camarda. Sui sentieri attorno a Campotosto.

Aria fresca (con le ginestre aperte)
Lasciata l’afosa capitale nel pomeriggio di venerdì, i nostri anzitutto si ristoravano dalle fatiche del viaggio (e qualcuno pure del cambio della gomma) nel noto Barilotto, dove fece benissimo chi scelse tagliatelle ai funghi, bene chi quelle ai broccoli, male chi i tonnarelli all’amatriciana, che fecero “mappazza” con il successivo presunto tiramisù.
L’escursione di giugno a Campotosto è ormai una consuetudine per Arcoiris: questo è, infatti, il quarto anno che ci torniamo. Chi è già venuto con noi intende bene cosa si dice quando si parla dello scenario meraviglioso di cui si gode dall’agriturismo che tradizionalmente ci ospita; per gli altri, mi sia consentito uno spot pubblicitario: anche se non avete nessuna intenzione di andare a scarpinare ma vi basta godervi il sole sulle spiaggette del lago, vale davvero la pena di trascorrere una fine di settimana presso l’agriturismo che, di nome “Bellavista” e situato in via Belvedere, mantiene quel che promette: affacciandosi al balcone (ed a me quest’anno è toccata la mansarda, pappappero!) l’occhio si ricrea e l’animo si rihà, spaziando dai boschi al lago alla maestà del Gran Sasso innevato.
Il primo giorno di escursione abbiamo mancato per poco la cima del Monte di Mezzo ed un acquazzone ci ha costretti a scendere a precipizio dopo il pranzo; laddove si dimostrano gli effetti climatici dell’assenza di Elsa (giunta solo in serata per partecipare alla seconda escursione).
La cena del sabato, come da tradizione, è stata autogestita: compiutasi la seduzione della coppia teramana ospite al piano terra e dunque depositaria della cucina più comoda nonché del barbecue, i soci si scatenavano nell’attività che meglio riesce loro: un bel piatto di pasta alle zucchine ed una ricca grigliata di salsicce e verdure. Ed il pecorino di Livio. Ed il vino di casa. E la torta sbrisolona. Ed il pan ducale. E la grappa. (E per i bambini, piccoli e grandi, anche il magnum).
A conclusione delle libagioni Stefano, altra volta autore di un portentoso (e vero) ritrovamento archeologico, ora in combutta con Tonino si dava all’archeologia goliardica ed i due presentavano ai commensali gli improbabili reperti raccolti sulle sponde del lago: un frammento di piatto appartenuto a Napoleone, un fossile di cacca di mammouth, delle autentiche liquirizie preistoriche ed un quasi convincente capezzolo di statuina di Venere arcaica.
La domenica siamo saliti dal passo delle Capannelle fin (quasi) al pizzo Camarda, dapprima fra i faggi e poi attraverso praterie sterminate con fiori, buoi e cavalli bradi. Per la sosta il nostro Livio ha scelto un fantastico prato tutto punteggiato di botton d’oro ai bordi di un laghetto. Il rientro è stato affrettato da un intenso temporale; laddove si dimostra che l’eccezione (la pioggia) conferma la regola dei poteri di Elsa sulla meteorologia.
In chiusura, un saluto alle new entries Pino e Gianni: del primo, che ha smentito le calunnie che lo volevano pantofolaio, abbiamo particolarmente gradito i salumi calabresi (gli era evidentemente giunta la nostra fama); il secondo, silente ed incuriosente all’inizio, ha poi rivelato un godibilissimo cinico umorismo centocellesco.
Ed un saluto con affetto va anche alla nostra Angela, tornata, speriamo non sporadicamente, alle passeggiate di Arcoiris.

Marina

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