Maggio 2016 : Nei dintorni delle crete senesi……..che fa anche rima con giapponesi…
Beh…….le premesse sono all’altezza……..all’altezza imperiale direi!! Nella grande corte della tenuta “La Fratta ” – tenuta storica della Val di Chiana la cui prima esistenza è certificata nel 1208 – campeggia una bandiera con il sole rosso e una targa che ricorda la recente visita degli onorevoli principi giapponesi (appena dieci giorni prima di noi). Dei samurai neppure una katana lasciata per sbaglio….io ci avevo fatto un pensierino!! La tenuta è superba come potevano essere le grandi proprietà latifondiste del passato…….stalle, magazzini, casa padronale, casali sparsi, case dei contadini, parco e roseti…….400 ettari e un’elenco di casati e cognomi impossibili da ricordare…mi impressiona immaginarla al massimo del suo splendore e della sua attività, quando era insieme vita e lavoro di tante persone. I maialini di cinta senese ci accolgono dal loro recinto trotterellando contenti….sfido io……..fanno le comparse alla fattoria didattica e quindi, per il momento, hanno salvato la pelle!!
Ci raduniamo per cena e ci facciamo una passeggiatina dopo (lo scrivo così lo sa anche Lucilla……che ci tiene…) e veniamo raggiunti da Paola che “cerca suo marito” con tono un pò stizzito e con una brocca d’acqua in mano……la battuta di Peppe parte inevitabile e immediata “ha sbroccato!” e così finisce a ridere..anche Paola, ritrovato Stefano e la chiave della stanza, confessa sorridendo che non s’era vista tanto bene a girare per la grande corte al buio e con una brocca in mano. Le lucciole rendono poetica la sera e non riusciamo ad evitare la magia del cielo stellato facendo una misera e disastrosa prova di orientamento….. da aver paura di andarci in giro anche di giorno con questi…….
La mattina di sabato andiamo a Trequanda e da lì partiamo per la camminata. E’ una bella passeggiata per le colline e le crete. La Toscana è al meglio. Vegetazione di un verde intenso e cangiante al sole, tanti fiori e tanti colori. Anche le crete al sole hanno un colore fortemente aranciato. E’ piacevole camminare attraverso un paesaggio profumato in continuo cambiamento. Noi ne respiriamo l’aria e il gruppo risulta da subito piuttosto indisciplinato. Abbiamo l’aria di chi passeggia per il corso chiacchierando del più e del meno…….finanche del cappellino che Nadia si è fatta fare dalla sua sarta…copiandolo a Patrizia!! A volte camminiamo lungo sentieri sterrati limitati da alti pini, sembra quasi di fare un viale che ci porta a casa di qualcuno. In effetti spesso costeggiamo giardini e piscine, oppure superiamo cancelli chiusi con le catene e casali abbandonati suggestivi e malinconici…
Attraversiamo il paesino di Petroio, il paese della terracotta (finanche i cestini lo sono….e sono interi!!!) da cui si godono delle viste spettacolari sulle colline e ci fermiamo per una sosta. Marta si fa la sua dose giornaliera di esta-thè, “introvabile in Australia” dice, e tutta contenta condivide una foto del vasetto di plastica con un’amica……..tanto per farle invidia……
Però, poesia a parte, le cose si complicano pure…….ci tocca un bel tratto di strada asfaltata sotto il sole e la camminata si rivela più lunga del previsto….in fila indiana sull’asfalto sudiamo e ci affanniamo, Fernando ha preso fuoco, Gabriella soffre all’idea dell’ennesima giornata al mare mancata e il nostro Vicepresidente dichiara guerra agli automobilisti che passano comodi e al fresco. Gli vuole strisciare le fiancate con i bastoncini e ci vuole coinvolgere. Dice che con più bastoncini si può scrivere “Arcoiris” e conta che ne vogliono sette (?!)… e mentre noi cerchiamo di spiegargli che gli automobilisti non sarebbero affatto contenti lui è proprio soddisfatto da tanta creatività ( lo so, Tonino, non sei contento che l’ho scritto…..ma un resoconto è un resoconto…..). La passeggiata alla fine è risultata complessivamente di 25 km, come ci comunicano le nostre organizzatrici comunque siamo così stanchi che lasciamo andare al bar finale – sempre irrinunciabile – solo Luciano, Marina e Gabriella.
La cena che ci aspetta è una sontuosa cena toscana. Formaggi, salumi, carni in quantità e dolci molto buoni. La passeggiata serale ne risente…….siamo di meno ma a “La Toraia” – una stalla per tori sapientemente trasformata in ristorante – ci arriviamo e ci troviamo altre bandiere giapponesi……..ma staranno pensando ad un trasferimento con tanto di extraterritorialità?? Bah…
La mattina dopo il tempo non è bello…….e neanche noi ci sentiamo troppo bene!! Giriamo frastornati fra la macelleria e le uova fresche da comprare. Qualcuno di noi, giusto per salvare la faccia, si avvia per una passeggiata ma la pioggia, più forte, ci dissuade subito. Un ultimo giro lo facciamo nelle corti più piccole . In una ci sono le case dove vivevano i contadini che lavoravano nella proprietà. Ne possiamo visitare una….quanta fatica, quanta sofferenza devono esserci state fra quelle mura, quelle case parlano….Nei magazzini troviamo anche un trattore comperato nel 1907 a ben 33.000 lire!! La corte della villa padronale, con il suo giardino all’italiana, è molto curata e vi si affaccia anche una cappella che custodisce un affresco pregiato, a testimonianza dell’importanza e della potenza delle famiglie proprietarie, ma è chiusa e non possiamo vederlo.
L’ultima immagine è quella di tre bambini che corrono dietro un trattore. Un tempo che non cambia mai quello dell’infanzia.
Qualcuno dice che ci potremmo tornare…anch’io lo penso…magari fra qualche anno…….a farci fotografare dai giapponesi!!