Sabato 17 e Domenica 18 settembre – Nella riserva di Gianola e al monte Orlando. Scauri e Gaeta nel parco Riviera di Ulisse
Trekking urbano/marino a Gaeta
Metà settembre e gli incontentabili di Arcoiris raggiungono Gaeta, chi in treno (qualcuno ha già vissuto la sua bella dose di avventura solo per giungere a Termini), chi in macchina. 17 in tutto, ad organizzare il trekking è stata la nostra presidente, Nadia, che sicuramente non immaginava questo prolungamento dell’estate, le temperature sono state decisamente alte, ma niente ci scoraggia. Nadia, Peppe e Patrizia, Emma e Flavio, Paola Galiffa, Caterina, Guerrino, Gennaro, Luca, Fernando e Gabriella, Uli, Daniela e Federica, Alessio e Donatella: ecco i nomi dei 17 che sfidano la superstizione legata ai numeri. Si arriva il 16, ci si sistema in albergo, poi si cena, ovviamente si mangia pesce, tanto non c’è Lucilla tra noi, e già nel percorrere la strada tra l’albergo ed il ristorante e viceversa cominciamo a familiarizzare con la città, con il suo lungomare, con le sue imbarcazioni, con i suoi monumenti. Tutto questo ci spiegherà con dovizia di particolari il giorno dopo la nostra guida cittadina, Anna Maria, che è formiana di nascita e gaetana d’adozione, avendo sposato un gaetano (non un Gaetano) dopo aver dimostrato di saper preparare la tiella, tipico piatto della zona (una pizza farcita con polpo o con verdure), ci svelerà anche che le famose olive di Gaeta in realtà vengono da Itri, ma è Gaeta ad averle sempre commercializzate. La guida ci narra la storia di questa cittadina antica, attraverso i suoi monumenti il più famoso dei quali è stato per lunghi anni il carcere dove fu tenuto prigioniero Mazzini; molti anni dopo è stato a lungo lo spauracchio degli obiettori di coscienza essendo diventato carcere militare. Il carcere altro non è che il grande castello angioino-aragonese che domina la rocca del Monte Orlando. La guida spiega e parla, parla e spiega e noi giù battute (ma c’era solo Peppe a tener alto l’onore di Arcoiris, siamo davvero in formia, certo che la chiesa ha sette navate: siamo in una città di mare e vi risparmio il resto), ma anche dotte dissertazioni. Così anche questa volta i complimenti per il gruppo arrivano puntuali e noi ci beiamo e gloriamo del nostro alto livello culturale e della nostra simpatia. Non ci vuol molto, di questi tempi, ad avere un livello culturale più alto della media, non ci illudiamo. Non sazi di cultura, però, alcuni nel pomeriggio visitano il Mausoleo di Lucio Munazio Planco, ci si ritrova, poi, tutti al mare. Cena da Mare fritto ed il nome già dice tutto. La domenica “scalata” del Monte Orlando (176 mt s.l.m.), non sarà un po’ troppo? Eh già, ma la nostra età avanza e ci adeguiamo. Anche qui c’è una guida che ci aspetta, questa volta è la direttrice del Parco Riviera di Ulisse, che ci conduce pure alla Montagna Spaccata e ci racconta di miracoli e leggende, di piante e falchi pellegrini (ne avvistiamo anche uno, fermo, immobile su uno sperone di roccia, non siamo riusciti a spaventare neanche lui). La camminata è veramente breve, prima di pranzo ci si saluta, ma non senza essere tornati al Mausoleo ed aver incassato altri complimenti dalla guida. Dati i tempi, la scarsa fiducia nelle sorti del Paese e della sua popolazione, ci si accontenta anche di queste lodi, ci rinfrancano, ci danno forza, almeno fino al prossimo trekking.
Arrivederci a Bologna
Caterina