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Il paesaggio più bello degli Appennini

Redazione

lbaldini


Sabato 5 giugno 2021 – E – Monna della Forcina (1580) da Fiumata


Comoda e spettacolare, la prossima gita. Questa è la promessa…vediamo come andrà. Il dislivello di quasi 800 metri un po’ preoccupa… però vista la bellezza dell’ambiente che circonda la strada che percorriamo siamo comunque contenti di essere usciti da Roma per incontrare la natura.
La giornata non è di quelle col sole, calde. Qualche goccia d’acqua e sicuramente dentro lo zaino abbiamo portato la mantella. Il luogo di partenza del trekking è lontano e  all’appuntamento arriviamo quasi in orario. Siamo in nove e Bruno è la nostra guida. Con lui anche Alessandra e il figlio Stefano.
Il parcheggio dove lasciamo le macchine è nei pressi del campeggio e vicino alla sorgente dell’Aniene. Arrivando si nota un piccolo ruscello… pulito. Pochi chilometri per  trasformarsi in un fiume sporco.
Scarpe, bastoncini, zaino… e pronti si parte. Si cammina comodamente in un bosco di faggi secolari che per il nostro arrivo hanno steso sul terreno un soffice tappeto di foglie marroni. Tronchi enormi, ben piantati coperti dal muschio, si mescolano con altri più giovani, esili, con la corteccia fresca, grigia. Generazioni e generazioni convivono e mostrano lo scorrere degli anni.
L’Aniene viene presto dimenticato e sarà il Roglioso ad accompagnarci per metà del percorso. È un ruscello con una portata importante vista  la stagione. C’è stata molta neve quest’anno e i fiumi sono ancora abbastanza pieni d’acqua. Lo fiancheggiamo per parecchio tempo e il rumore festoso della sua corrente ci accompagna come una colonna sonora fissa e non modificabile. I vecchi faggi che vedono scorrere ai loro piedi il giovane fiume si ritrovano con le radici scoperte e contorte come se volessero ritrarsi da quell’incontro. Anche qui i due elementi convivono e si confrontano nel rispetto reciproco. Quante cose si possono imparare solo osservando un piccolo ambiente naturale???!
Il sentiero aperto, frusciante e odoroso di muschio, muffa e di bagnato, si apre in una spece di conca… e ci mostra… la sorgente del Roglioso. Una piccola pozza un po’ ribollente, circondata da una corona di sassi è il luogo dell’inizio del futuro affluente dell’Aniene. Da quel punto inizia un fiume poco più a monte ancora non c’è.
Oggi mi pare di essere tornata a scuola nel momento di parlare della nascita del fiume… di come diventa subito grande, rumoroso e saltellante.
Da questo punto ci sarà solo il rumore delle nostri voci ad accompagnarci. Che belle chiacchierate riesco a fare anche sotto sforzo. Le donne chiacchierano che è una bellezza; gli uomini sono un po’ restii e al massimo rispondono alle domande.
Come stai? I tuoi genitori? I tuoi figli vanno in montagna? Hai fatto il vaccino?… Cosa pensi quando cammini in montagna?
Montagna come ‘colonna portante’ della vita, rigeneratrice di energie, si può vivere, attraversare mettendo da parte i pensieri, sospendendoli oppure addirittura pensando intensamente a quello che è rimasto a casa ma anche a quello che sta sotto i propri piedi in quel momento. I problemi possono trovare una soluzione anche durante un trekking perché a volte basta allontanarsi ‘da casa’ per vedere sotto una diversa angolatura ciò che da un po’ ci preoccupa e alleggerire il pensiero…
Perché è così piacevole ritrovarsi in un trekking Arcoiris? Anche se trascorrono mesi senza vederci e sentirci, quando ci si rincontra è come se ci si fosse visti qualche giorno prima? Magia della montagna? Della natura? Del condividere una passione? Dell’associazione che ci ospita…? Si per tutto ciò… quindi viva tutti e tutto!!!
Il gruppo riesce a meravigliare Bruno percorrendo il percorso in un tempo minore di quello previsto. Il pratone che ci accoglie all’arrivo mostra una moquette verde con fiori gialli, ranuncoli e potentille (Alessandra e la sua flora). Dei sassi sparsi come sgabelli ci permettono di mangiare chi il  panino, chi lo sformato, chi i pomodorini, chi… non si sa visto che si è allontanato tanto dagli altri per un vero distanziamento ‘asociale’. Il tempo di scattare una foto ricordo e l’arrivo di una pioggia leggera e quasi continua ci fa ripartire coperti con mantelle e giacche. Appena entriamo nel bosco la pioggia svanisce. Insomma tutto bello ma poco ospitale… oppure bravo il meteo (parola abusata) che ci ha risparmiato un gran caldo che avrebbe appesantito il trekking.
La discesa durerà più o meno come l’andata dovendo fare molta attenzione a non scivolare sulle foglie bagnate.
A conclusione della splendida giornata, ‘del paesaggio più bello degli Appennini’, come l’ha definito Alessandra, della piacevole compagnia, birra, patatine e maritozzo con la panna al ‘baretto’ di Trevi nel Lazio.

Antonietta


Roma, 8 giugno 2021

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