domenica 8 dicembre 2024
T – Dal Castellaccio ai Ponti. E ritorno. Fra fossi, cipressi spettinati, orti e arte.
….per godercelo abbiamo anticipato al sabato, le previsioni atmosferiche non lasciavano presagire nulla di buono per la domenica. Peccato per gli amici che avevano degli impegni già programmati ed hanno dovuto disertare.
Sotto l’ombra dei grattacieli dell’Eur, ritrovo degli ultimi camminatori del 2024, ci siamo ritrovati in 12, compresi Peppe e Patrizia, aggregati all’ultimo momento e, devo citarlo, l’immancabile Luciano in stile Nanni Moretti di Caro Diario, con Vespa e casco bianco.
L’anfitrione Marina (è il suo quartiere, nonché il mio), ci ha guidato dapprima in un breve circuito nel parco del Castellaccio, recentemente inaugurato e pertanto sufficientemente curato e attrezzato (soprattutto con due altalene che Katharina e Gabriella si sono affrettate ad occupare contendendole a timidi ragazzini, che prepotenti!!, ci sono anche le prove: le foto scattate da Luca).
Dell’allegra combriccola, oltre gli amici già citati, facevano parte anche il principe consorte Silvestro, Laura, Marco e Silvia, la quale, nonostante i tentativi di depistaggio di Katharina, è riuscita a portare in tempo la sua quattroruote sul luogo dell’appuntamento.
Marina ci ha illustrato tutte le vicende, toponomastiche, finanziarie e legali che hanno caratterizzato la nascita di questa recente appendice dell’Eur, caratterizzata dalla presenza di due grattacieli, e tutto con dovizia di particolari: chissà dove va pescare tutte queste informazioni!
Il primo grattacielo, la cosiddetta Torre Eurosky, è il più alto edificio civile della città ed una delle torri residenziali più alte d’Italia. E’ stato realizzato su progetto dell’architetto Purini, con tanto di piattaforma per elicotteri. L’architetto, lui, il Purini, ci dice che il progetto è ispirato alle torri medioevali delle Milizie (?).
L’altro grattacielo è la Torre CMRC, progettata dallo studio Transit, adibita esclusivamente ad uffici, in prevalenza dell’Ente Provincia di Roma.
Successivamente, attraverso strade e sentieri, tra prati e orti sociali/abusivi, ci siamo spostati verso il quartiere Laurentino 38, nato negli anni ’70 sul progetto dell’architetto Piero Barucci, che ci ha lasciato nel 2023, centenario, immaginiamo deluso per aver visto depauperata la sua bella idea di un quartiere satellite, autosufficiente, espressione di una visione di partecipazione sociale collettiva alla vita del quartiere, a causa di occupazioni abitative abusive, spaccio e degrado.
Il quartiere era dapprima caratterizzato dalla presenza di 11 ponti (oggi 8) che collegavano insule (sopraelevate) con uffici, negozi e centri sociali. Per anni la reputazione del quartiere non è stata positiva, attualmente la situazione si avvia verso un miglioramento, grazie all’apertura di centri di aggregazione come il “Centro culturale Elsa Morante” e, poco più distante. “la Vaccheria”.
Dopo aver superato l’iniziale delusione per aver scoperto che la Vaccheria non era una trattoria specializzata in carni alla brace ma un museo, e non poter così onorare la segreta ragione sociale della nostra associazione, che è Gastroiris (sottotitolo Enoiris), abbiamo fatto buon viso a cattivo gioco e visitato quella che è oggi la casa romana della Pop Art, presenti anche opere di Andy Warhol. Da visitare con calma.
Dopo il bagno di cultura, considerata l’ora, ci siamo concessi un frugale pasto sulle panchine del parco. Ed è a questo punto che Silvestro ci ha catturato con la magistrale recitazione di una leggenda di Jorge Luis Borges, quella dell’A Bao A Qu, personaggio che vive nella Torre della Vittoria di Chitor e attende sul primo gradino un uomo abbastanza coraggioso che provi a salire in cima, attraverso una scala a spirale. E man mano che sale, l’A Bao A Qu emana una luce sempre più blu, senza ombre, ma non riesce a raggiungere la perfezione, il Nirvana, perché quasi sempre l’arrampicatore non riesce ad arrivare in cima, questo perché non è perfetto. Solo una volta l’A Bao A QU, nella sua vita eterna, è riuscito a raggiungere la cima della Torre.
Ho voluto riportare questo momento perché sono sicuro che tutti lo abbiamo trovato affascinante, per la magia di Borges e per la bravura di Silvestro.
Non ci siamo fatti mancare, infine, grazie al gentile pensiero di Marina e Silvestro, il brindisi di fine anno con moscato e pandoro, felici della nostra amicizia e con un pensiero al Nuovo Anno: che sia veramente di PACE.
Fernando
Bello, bravo Fernando! Abbiamo trovato un nuovo “Resocontatore”!!! 😊🤗
Lettura gustosa; congratulazioni. Gual