sabato 25 marzo 2023
E – Il sentiero del Biancone. Un percorso montuoso con vista mare
Coord. Patrizia Mauracher
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Il 25 marzo Arcoiris la nostra Presidente Patrizia ci ha condotto sul sentiero del Biancone. All’inizio pensavo che fosse il nome di un monte e mi sbagliavo; si tratta di un rapace che tra quei monti ha deciso di nidificare per riprodursi.
Bene allora. L’appuntamento è alle 9:30 in un autogrill, però già qualche giorno prima della partenza si forma una delle tante chat che ormai hanno invaso tutta la nostra vita e si tenta di organizzarsi per fare in modo di muoversi con meno macchine possibili ed è un susseguirsi di messaggi su dove parcheggiare, su chi passa a prendere chi e così via. Alla fine, però, l’accordo si trova e in dodici partecipanti (due dei quali più o meno nuovi, in realtà sempre provenienti dal gruppone dei dipendenti o ex dipendenti del Senato) si parte all’avventura per tentare di vedere il famoso biancone. Arriviamo all’autogrill dell’appuntamento tutti in anticipo; sarà per avere il tempo di fare la seconda colazione? Credo proprio di sì. Lasciamo alcune macchine per strada e le altre al parcheggio Natura e Cavallo. Iniziamo la salita che non è per nulla ripida e per me, che non ho potuto per tanto tempo respirare aria di montagna, è stato entusiasmante comunque. Anche se…
Saliamo su un vero sentiero di montagna anche se la sua altitudine è meno di 400 metri (una collina, in realtà); ci inerpichiamo per brevi tratti tra l’inebriante profumo di mirto, pianta regina del Mediterraneo ed il lentisco; attraversiamo creste boscose in un territorio poco antropizzato, ma continuamente minacciato dalla mano dell’uomo. In un continuo ma comodo sali e scendi arriviamo alla cima più alta che è Monte Cavone a quota metri 386, appunto. Da qui si vede il mare e si intravede il castello di Santa Severa. Mari e monti non è solo un modo di condire la pizza o la pasta, è prima di tutto ciò che è possibile vedere insieme in questo nostro e strano Paese stretto e lungo, è una meraviglia per occhi e naso che a volte penso non ci meritiamo. Questo è il punto in cui il corpo si riposa e la mente si ferma a guardare il mare.
Ma perché “anche se”? Beh perché un pizzico di avventura lo devo/dobbiamo ai miei scarponi. Prima uno, poi l’altro, hanno deciso di abbandonarmi. Si è scollata una suola e abbiamo provveduto con un laccio; si è scollata l’altra suola, altro laccio che non è stato neanche sufficiente. Fortunatamente tanti di noi hanno sempre questo tipo di scorta e con due o tre lacci i miei magnifici scarponi mi hanno riportato fino alla macchina e, purtroppo, arrivata a Roma li ho gettati direttamente all’indifferenziata. Visto che succede quando non si utilizzano per diversi mesi gli scarponi?
Il biancone più di uno l’ha visto, anzi forse erano anche due o più rapaci; strani rapaci che volano di giorno anziché di notte, come altri della loro specie. Io, in ogni caso non sono riuscita a vederlo, forse perché dovevo stare attenta a dove mettevo i piedi con quegli scarponi diventati due coccodrilli che si sono completamente sbriciolati.
Torniamo alle macchine ferme al parcheggio, recuperiamo le altre macchine lasciate al bordo della strada e cerchiamo un più che meritato caffè. Incredibilmente al bar di un supermercato troviamo non solo la bevanda magica, ma anche dei magnifici pasticcini che qualcuno divora con ingordigia. Tra una chiacchiera e l’altra, baci e abbracci vari, il gruppo si saluta con la certezza di aver fatto un magnifico trekking e di ritrovarsi presto.
Caterina B.