Eccoci alla prima escursione del 2019. Appuntamento in piazza a Licenza dove ci sono ben tre bar (….).
Noi arriviamo in anticipo ma la verità è che la giornata è mobile e sta seguendo l’evoluzione del tempo. Così si “aggiustano” gli appuntamenti per il cambio macchine, si cambia il percorso, si abbrevia e si torna indietro prima per evitare la pioggia che ci toccherà comunque…Visto che abbiamo un po’ di tempo e gli altri si sono sparpagliati nei bar ( figuratevi la contentezza della possibilità di scelta….) Peppe ne approfitta per presentare Henriette ai carabinieri che incontriamo in piazza, così ci portiamo avanti con il lavoro e ci tranquillizziamo………..i carabinieri sorridono……..meno male, vorrà dire che, se ne combiniamo qualcuna delle nostre, non ci toccheranno insulti e cazziatoni……..Il tempo non è granché ma, radunati, siamo ben ventisette!! Una prima sosta la dedichiamo alla Giornata della Memoria. Ascoltiamo in rispettoso silenzio un brano di Primo Levi e ci vuole un po’ a ritrovare leggerezza. La pioggia che dovrebbe arrivare in tarda mattinata decide per il primo taglio al percorso ( e non è che nessuno dice “mannaggia”….) così arriviamo con le macchine all’imbocco del sentiero vero e proprio. Seconda sosta al bivio del Museo dell’Aquila. Caspita se me la ricorda!! E’ un edificio appollaiato su un terrazzo, tutto di legno e vetro. I suoi colori mi fanno pensare alle sue piume. E’ tozzo e solido e ci guarda silenzioso e immobile, regale direi………irrimediabilmente chiuso. Come tutte le cose che potrebbero essere e non sono mi intristisce un po’…..Mentre Luciano ci racconta del Cammino di San Benedetto, che percorreremo per un tratto, arriva un cavallo fulvo, con la coda nera e una macchia bianca sulla fronte. Bellissimo. Si mette di traverso sul sentiero, di lato a quello che prenderemo, e ci osserva in silenzio per qualche minuto poi nitrisce e corre via. Avrà voluto dirci delle cose tipo “Ma quanti siete? Fate poco chiasso che il bosco dorme ma non sta oziando, è impegnato a ricaricarsi per la primavera!!” Beh….non male, ragazzi, mica streghe perfide e maligne …..
Il bosco è proprio invernale. L’aria è cupa e nebbiosa. I colori sono intensi ma non brillanti. I pungitopo hanno perso le loro palline rosse e le bacche della rosa canina sono diventate nere. Ritroverà un po’ di luce quando le gocce di pioggia si fermeranno sui rami a formare cascate di trasparenti diamanti. La cosa che colpisce è il silenzio. Quando sono rimasta un po’ più indietro rispetto agli altri ho pensato di potermi sentire davvero come un pellegrino d’altri tempi. Quando la pioggia si fa seria siamo arrivati all’osservatorio dell’aquila, dove ci ripariamo in qualche modo. Nel versante del Monte Pellecchia che abbiamo davanti ci sono due nidi d’aquila, uno è abbandonato. E’ una cosa rara, le aquile sono molto conservatrici (mmm…sarà per questo che le ritroviamo troppo spesso a simboleggiare certi valori?!). Luciano ci dà un po’ di notizie sulla sua presenza nel nostro paese ed è ancora una volta molto evidente il legame che c’è fra le nostre scelte di vita e la vita degli animali e dell’ambiente che ci circonda…Non ne vedremo volare. Non è questo il tempo. Gli avvistamenti sono possibili in primavera…Intanto Massimo e Caterina recitano una intervista all’aquila, liberamente tratta da Primo Levi e redatta da Luciano, veramente divertente e attuale.
Ormai piove e non andiamo oltre. Ci aspetta un pranzo sontuoso e l’Assemblea. Abbiamo tante cose di cui parlare e quest’anno dobbiamo decidere cose importanti che riguardano il futuro della nostra associazione. C’è anche un cambiamento importante. Un avvicendamento come si dice in burocratese. La nostra Elsa si è stufata dei nostri conti. Andrà da Standard & Poor’s. E noi che potevamo fare? Nominare Marina Conti al suo posto…così stiamo in una botte di ferro!!
Insomma, la camminata è stata breve ma la giornata fruttuosa…………e poi………..se di questi tempi non osano le aquile….come pensare di poterlo fare noi?!
Rossella