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Pellegrinando fra sacro e profano

Redazione

lbaldini


Settembre 2024 : La Via Francigena da Bolsena a San Martino al Cimino.


Bolsena ci accoglie che ormai è sera. Giusto il tempo di recarci nel luogo che ci mette sempre tutti d’accordo: il ristorante!!  Nella strada che ci separa dal cibo ci mostra tutte le sue qualità. E’ un paese medievale fatto di pietra e piccole strade che s’inerpicano sul colle, dove si aprono piazze con palazzi e chiese medievali che raccontano una storia importante. L’aria del paese è tranquilla. Nelle vie ci sono localini semplici ma arredati e organizzati con garbo e grazia…proprio come i loro avventori!! Noi ci fermiamo in una piccola drogheria pensata allo stesso modo. Infatti ci hanno preparato un tavolo che occupa tutto il negozio ma non lo invade.  Noi ci stiamo comodi ed è evidente e percepita l’atmosfera familiare….soprattutto  quando arriva la torta di compleanno di Anna, per una festa a sorpresa pensata e organizzata da sua sorella Antonietta e dagli arcoirisiani, che in  queste cose non sono secondi a nessuno…..infatti: torta buonissima, brindisi con bollicine, battimani e canzoni con regalo finale!!

Alla fine della cena, passeggiata irrinunciabile fino al lago, dove ci aspetta un panorama romantico ma anche un vento che ci tiene saldamente legati alla realtà….

La mattina dopo si parte non prima di aver visitato la Basilica di Santa Cristina. Qui avvenne il miracolo eucaristico dell’ostia sanguinante e qui è sepolta la santa sopravvissuta al martirio dell’annegamento nel lago con una pietra al piede, che restò a galleggiare sull’acqua senza tirarla a fondo. E’ una basilica romanica con interni dove si conservano le pietre con le impronte della santa e l’altare del miracolo che conserva le tracce di sangue, alcune opere di ceramica invetriata e affreschi quattrocenteschi.

Il sentiero che ci aspetta è ben tracciato e ha lievi saliscendi. Il bosco a volte si apre mostrandoci delle belle viste sul lago. E’ ancora verdeggiante e rigoglioso e ci regala una distesa di ciclamini che io non ho mai visto in vita mia. Luca dice che quelli di Asei (paese suo) sono più belli, però gioca sul sicuro….noi non li abbiamo mai visti!!

Montefiascone ci accoglie con un vento freddo che ci sorprende. E’ il paese più famoso della nostra escursione. Mostra orgogliosa all’entrata del suo borgo medievale la scritta “100 kilometri dalla tomba di Pietro” ed è nel cuore dei vigneti del vino EST!EST!EST! La Rocca dei Papi troneggia in cima all’abitato e la sua posizione sulla Cassia l’ha resa potente sia perchè era un passaggio obbligatorio, essendo l’unico, nel percorso verso Roma (era, infatti, classificata come stazione di posta di media grandezza) sia per la sua posizione dominante sulla vallata. A Montefiascone sono passati Papi e Imperatori ed è passato di qui anche San Francesco. Fu sede del Regno Pontificio e lo spostamento di quest’ultimo, prima a Viterbo poi a Roma, ne decretò un progressivo declino. Un chirurgo in pensione, fonte inesauribile di notizie, aneddoti e conoscenza, ci ha fatto fare una piacevolissima visita guidata alla Chiesa di San Flaviano,  così bella con il suo perfetto equilibrio fra gotico e romanico, ricca di affreschi di scuola romana e umbra.

A Viterbo arriviamo presto e facciamo una passeggiata per la città medievale guidati da Clemente e Clara , un aperitivo e poi,, avremmo dovuto arrivare per primi al ristorante. Avevamo tre navigatori che dicevano cose diverse, più chiedevamo più ci confondevamo…insomma…”oggi le comiche”…….poi la visione e l’esclamazione di sollievo di Renata….”Lucilla” ..evvai!! Abbracci e risate… Dopo cena una passeggiata espressamente richiesta da Lucilla…lei ha ragione le città di notte hanno un fascino diverso soprattutto i centri storici e questa volta è proprio vero …il Palazzo dei Papi ha una luce speciale!!

La mattina dopo ci aspetta l’ultima tappa. Con un bel percorso fra imponenti castagni pieni di ricci e di foglie arriviamo a San Martino al Cimino. E’ un borgo medievale cresciuto intorno ad un’abbazia cistercense e ne conserva ancora oggi la struttura originaria. Nella parte alta dell’abitato ci sono la chiesa e il seicentesco Palazzo Doria Pamphili costruito per desiderio di Donna Olimpia, vedova del Marchese Pamphilio, che sarà pure stata soprannominata la “pimpaccia” ma affidò a Borromini la ristrutturazione del borgo che, a sua volta, affidò a un architetto la risistemazione delle mura perimetrali e delle porte, dando vita alla prima forma di urbanistica pianificata e al primo esempio dell’acquisto di case a riscatto.  La principessa esentò i sudditi dal pagamento delle tasse e stabilì di dare una dote alle ragazze che restavano a vivere in paese dopo il matrimonio..la vogliamo considerare la prima politica contro lo spopolamento dei borghi? 

Insomma….mica sarà stata “accia” perché era “avanti”?! Sarà solidarietà femminile …..ma non mi sorprenderebbe!!

Mentre recuperiamo per l’ultima volta gli autisti e le macchine penso a quanto è stato difficile organizzare questa escursione. 

Non posso fare a meno di ringraziare Lucilla…che pazienza a recuperarci, aspettarci e radunarci come fossimo le sue pecorelle….e  Luciano che ha fatto davvero un gran lavoro di organizzazione e raccolta di informazioni che noi abbiamo usato e saccheggiato a piene mani….e gli autisti?  Sempre pronti a fare avanti indietro, a partire per primi e ad arrivare per ultimi, privandosi anche del piacere di camminare con noi quando era necessario…

Insomma…anche questa volta è stato un vero piacere stare insieme….e il saluto fra tutti è stato….ci vediamo alla prossima.

Rossella G.

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