Resoconti

Questa è una rapina!

Redazione

lbaldini

Sabato 27 e Domenica 28 marzo 2004 – E Costiera Amalfitana. Tra il cielo e il mare, nella splendida cornice della costa amalfitana.

Cara  Marina,  stamattina  flessioni e  ri-flessioni: quest’ultime  sulle giornate amalfitane. Intanto, ho conosciuto due persone nuove, che è sempre un buon evento. Una è Filippo, il gestore dell’ostello ” ‘a scalinatella”, un  po’ pasticcione, ma tanto disponibile. Venendo al dunque, un po’ di noi alloggiavano in camere doppie con bagno interno (costo: 65€): da sistemare nella scalinatella vera e propria (camerate da 4/5 al costo di €21) eravamo undici,  ma lui ne aveva previsti nove; conta che ti riconta, alla fine ha capito che bisognava tirar fuori altri due letti; e, perciò, io e Elsa siamo finiti in una soffitta, che in certi tratti era alta un metro e mezzo, troppo  bassa anche per me che sono soltanto uno e sessantaquattro.

Ma  quali  sacrifici  non si affrontano, per fare escursione fra i limoni della costa amalfitana!

Il giallo dei limoni si confondeva col verde delle foglie, il marrone delle cortecce con l’azzurro del cielo e il blu del mare (e mi son ricordato: “il verde si confonde con l’ametista; Carducci o D’annunzio, chissà…). Già il giallo  dei limoni. Ma allora perché quella canzone dice: “Ahi, limon, limonero”? Mah, la solita licenza poetica, come i “ciliegi rosa a primavera”. Ma tornando a bomba (anzi, a ramoscello d’ulivo e così con la scusa che è Pasqua, ci mettiamo pure un po’ di politica: capito?), l’altra persona  è Patrizia, amica di Roberta, di Maria Fanciulli e sua figlia Bianca, che ormai sovrasta anche sua madre e me; ma non ci voleva tanto.

Dunque  Patrizia,  che – personaggio  di città – avrà frequentato quasi sempre  l’ascensore “per scendere e salire l’altrui scale” (Dante?), dopo i primi 1754 scalini della prima parte della prima mattinata, ha arrancato un po’  per i secondi 2347 della seconda parte, cosicché l’indomani ha usato soltanto autobus: gli scalini, al solo pensarli, le procuravano nausea.

Nella prima escursione il sole altosplendente ci ha accompagnato da Agerola a  Positano: puoi immaginare dall’alto dei limoneti la magia del cielo terso,  che – all’orizzonte – si confondeva (aridaje!) col mare blu, e del marrongrigio delle rocce che precipitava  fra insenature smeraldine …

Nella  seconda  escursione,  superata con  l’autobus Minori, siamo scesi a Maiori  (“ubi Maiori, Minori cessat”, come dicevano i nostri padri); ma poi a  piedi siamo saliti in quota (i soliti 500-600 metri), per ridiscendere a Minori  (caffè, cappuccini, cioccolati, paste con panna), prima di salire a Ravello, città  dell’interland e quindi senza mare, come dice la parola stessa, e che perciò si è inventata eventi musicali di altissimo livello e incantevoli ville.

Voglio  finire con un aneddoto familiare: Elsa, sempre previdente in vista del  domani, aveva già comprato i biglietti per tornare a Salerno (tratta tre)  insieme  a quelli  per il giorno prima (tratta uno), che si è tenuti anche  dopo averli obliterati, buttando via quelli per Salerno; cosicché sull’auto  per Salerno ci siamo ritrovati senza biglietto. Puoi immaginare la nostra ansia… Cosicché, quando l’autobus a un certo punto si è fermato ed  è salito un energumeno, gridando “questa è una rapina!”, Elsa – dopo lo spavento iniziale – ha dato un sospiro di sollievo, perché aveva creduto che fosse il controllore… Ciao. Gualtiero.

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