Resoconti

sete di cultura

Redazione

lbaldini

Sabato 6 e Domenica 7 luglio
E – Monti della Laga: le gole del Salinello

Caro Gualterio,
ecco la tedesca che ti sostituisce come cronista delle gesta di Arcoiris al seguito della Galiffa (che ha fatto onore alla nobiltà del suo cognome) durante la nostra escursione alla Gole del Salinello (TE). Eravamo in otto, le sorelle Carlomagno, Lucilla e Paola, Emma e Flavio, il Musu ed io. Ci siamo riuniti bravi bravi in due macchine, noi con Emma e Flavio con partenza dopo pranzo il sabato. Così ci siamo ricavati un po’ di tempo per visitare Campli, nei cui pressi si trovava il nostro alloggio, un casale con locanda molto grazioso in mezzo alla natura. Tu non ci crederai ma in quel ridente paesino di poche anime esiste una scala santa riconosciuta dalla Chiesa alla stregua di quelle di Roma e di Gerusalemme, e cosa ancora più straordinaria io l’ho fatta sulle ginocchia (con i cuscini sotto). Bella scala di legno levigatissimo. Poi abbiamo scoperto dei bei palazzi patrizi, stupendo quello dello speziale. E che dire del museo archeologico con corredi delle tombe della necropoli di Campovolano che abbracciano un arco di tempo che va dall’età del bronzo fino ai romani. Placata la nostra sete di cultura ci siamo ricongiunti alle quattro grazie nel frattempo arrivate da Roma per la cena alla locanda il Borgo per dedicarci un poco a “Gastro-iris”. Cibo davvero genuino quello che ci è stato servito all’aperto da un cameriere giovane con i baffi tipo Ottocento, sotto il portico. Ma la sorpresa più bella è stata la musica: un complessino jazz niente male molto trascinante (in barba a Gabriella e Fernando che stavano a Umbria Jazz). Immaginate una locanda di campagna illuminata, con la musica che sgorga come un ruscello e ti avvolge. Intorno il buio con qualche lucciola. Scusa, Gualterio …. ma era troppo romantico.
La mattina dopo ci hanno raggiunto la nostra guida Achille (piè veloce) con Valentina (te li ricordi c’erano anche all’escursione sul Gran Sasso dell’anno scorso). Percorso splendido lungo la stretta gola scavata dal Salinello con una vegetazione rigogliosa e molto varia che offriva anche tanta ombra. Abbiamo attraversato il torrente varie volte facendo un po’ di equilibrismo (povera Valentina, i suoi piedi erano zuppi) e una volta guadando con gli scarponi in mano. Troppo bello!!! Saliti verso i ruderi di Castel Manfrino, che presidiava il confine tra lo Stato Pontifico e il Regno delle due Sicilie, abbiamo poi pranzato lungo il Salinello (raffreddare i piedi nell’acqua è d’obbligo). Siamo rientrati per il sentiero che si mantiene a mezza costa tutti sani e salvi, a parte un ruzzolone di Flavio, ma nulla di grave.
Insomma un’escursione davvero varia in buonissima compagnia. Il tempo ha retto, mentre Roma affogava nell’acqua. Non avermene male, Gualtiero, ma dobbiamo come sempre ringraziare Elsa!

Leave a Comment