Resoconti

… Tre Berte, una delle quali filava

Redazione

lbaldini

venerdì 30 settembre, Sabato 1 e Domenica 2 ottobre 2017

Questa uscita Arcoiris l’ha voluta recuperare, avrebbe dovuto svolgersi a maggio, ma note vicende a tutti noi hanno determinato un cambiamento, uno spostamento di data e così eccoci qui… non solo, il percorso era già noto a molti: un paio di anni fa, circa, era stato affrontato. Quella volta, però, pioggia e fango avevano costretto ad una specie di ritirata.. insomma non proprio, ma da ciò che il resoconto di allora riporta pare che i partecipanti, dopo essersi infangati il primo giorno, avessero deciso di cambiare aria il secondo: chi alle terme, chi per paesini, chi per cantine.. Questa volta no, questa volta il sole ci ha accompagnato per tutto il fine settimana, anzi tutti noi abbiamo approfittato delle giornate estive per rinforzare l’abbronzatura che ancora persiste.

Veniamo al dunque, però. Eccoci ancora, dopo appena quindici giorni dalla “lieve” camminata sul monte Monna 20 baldi “ragazzi” partono per andare tra Toscana ed Umbria e si ritrovano dal venerdì pomeriggio/sera nell’accogliente albergo “Tiziana”, località Tre Berte, una delle quali filava, come cantava Rino Gaetano. Chi eravamo? Beh le nostre guide innanzi tutto, Marina e Gabriella,Tonino (che per fortuna ogni tanto ci degna della sua presenza, altrimenti che vicepresidente sarebbe?), Antonietta, sempre senza Lamberto, Luciano e Lucilla, Rossella e Silvia, Gabriella e Fernando, Paola ed Eugenio, Marina e Silvestro, Luciano ed Isabella, Caterina e Massimo, Donatella e Paolo (due new entry che hanno gradito molto l’esperienza, anche se sono partiti la mattina della domenica, insieme a Silvia, vedremo poi il perché). Per poter faticare, si sa, bisogna avere il carburante giusto ed è proprio per questo che diversi di noi, anche per aprire lo stomaco, iniziano con l’aperitivo e proseguono con una cena luculliana. Ma mica dipendeva da noi eh… sia ben chiaro. Anche se c’era qualcuno che provava a dire “no, basta, ne voglio poco…”, il cameriere ci rimaneva male. Che potevamo fare? Abbiamo spazzolato quasi tutto, dai crostini in poi. Ecco perché poi c’è voluto pure il grappino: per digerire.

Bando alle ciance. Sabato mattina ci ritroviamo tutti pronti per la scarpinata che ci aspetta: dal lago di Montepulciano al lago di Chiusi. Siamo stati ingannati, erano previsti 20 km ed invece ne abbiamo fatti 26! La camminata più lunga di Arcoiris; tutta in piano comunque, quindi facile, alla portata di tutti. Lungo il sentiero della bonifica, sotto un bel sole caldo, percorso segnalato, terra riarsa al punto da sembrare, in alcuni punti, basolato. Camminiamo e camminiamo per nove ore, al solito fra chiacchiere, confidenze, racconti sulle vacanze e lazzi. Certo mancava Peppe con le sue freddure e Tonino e Massimo non sono stati all’altezza, ma più probabilmente non li ho sentiti io. Forse avremmo potuto impiegare meno tempo, ma quando si è in tanti il tempo di percorrenza si moltiplica e poi in nove ore abbiamo fatto anche la pausa pranzo, con i panini preparati dall’albergo/ristorante “Tiziana”, ed abbiamo atteso chi va lemme lemme, ma l’importante è arrivare. No? E i laghi? Le nostre magnifiche guide ci hanno detto che nella loro uscita preparatoria avevano una superficie maggiore. La siccità di quest’estate si è fatta sentire ovunque. Ma quando piove? Beh, intanto per noi, quando camminiamo è meglio se non accade. La sera a cena mangiamo come se di chilometri ne avessimo percorsi 52, anzi ci alziamo dal tavolo come se dovessimo ricominciare a camminare ed invece ci limitiamo al giro dell’isolato e becchiamo il cane abbaiante e, quindi, ci affrettiamo ad andare in camera per il giusto riposo, soddisfatti delle nostre gioiose fatiche di veri camminatori.

Domenica, solito appuntamento tranquillo, alle 9:00, ma sono le 9:15, 9:20 e Tonino non arriva. Che gli è successo? Ha raccontato poi che era sveglio da un pezzo, ma siccome la sveglia (il suo cellulare) non suonava, lui non si alzava, convinto che fosse presto! Buona questa. Certo che non suonava, si er dimenticato di metterla! Le new entry, insieme a Silvia, ci lasciano un po’ dispiaciute, ma Donatella ha problemi con la schiena e non se la sente di camminare ancora. Nada problema, due su tre saranno rimpiazzati da due colleghe del Senato di Luciano. Ma quante persone lavorano al Senato? E soprattutto, quante sono quelle che hanno voglia di affiancarci? Non so ho perso il conto. In ogni caso sono simpatiche ed hanno contribuito all’innalzamento del nostro livello glicemico, già duramente provato dalla crostata offertaci dalla signora dell’albergo. Mi spiace non ricordare il suo nome, perché ha trattato tutti noi come fossimo suoi figli. Partiamo ed il percorso questa volta è molto breve, si tratta solo di arrivare alle Due Torri (ma che è Il signore degli anelli?, Beccati Questo e Beccati Quest’altro o Beccati Quello, una in terra toscana e l’altra in terra umbra, una a pianta ottagonale e l’altra a pianta quadrata, una pubblica e l’altra privata. La storia delle due torri è divertente e risale all’epoca delle contese, vere e proprie guerre in realtà, fra Guelfi (Siena ed il suo territorio) e Ghibellini (Perugia che vuole sbeffeggiare gli avversari) che, in questo caso sembrano volersi sorvegliare e si accontentano di prendersi in giro a vicenda anziché guerreggiare con le armi. In realtà per lungo tempo sono state utilizzate come stazioni di Gabella ed allora anche qui torna alla mente un film: Non ci resta che piangere con il grande Troisi e Benigni “Chi siete? Dove andate? Un fiorino…” all’infinito.

Anche il secondo giorno il calcolo chilometrico non è esatto, questa volta, però, dobbiamo sottrarre. I chilometri percorsi alla fine della camminata sono solo sei, sì e no, e non otto come avevano detto le nostre guide. Come si fa a calcolare quanto abbiamo camminato esattamente? Con le nuove tecnologie, è ovvio. Fra Fernando, Massimo e Luciano, che avevano impostato i loro smartphone proprio per questo, potevamo sapere perfino quante calorie avevamo consumato. Che tempi! In ogni caso ognuno dava risultati diversi, vatti a fidare… così finisce questa nuova avventura e quasi quasi ci dispiace… come ci dispiace poter condividere solo i dolci in nostro possesso, crostata e ciambelline, senza potere condividere il resto della giornata. Le nostre strade, ormai, si dividono e fra baci e abbracci ci salutiamo, ognuno va per la sua strada, ma tutti comunque a mangiare, chi carne e chi pesce, nonostante le scorpacciate precedenti, non rinunciamo al pranzo. Anche questa volta ci lasciamo sapendo che ci rivedremo tra quindici giorni, ad Anzio. Chissà se impiegheremo più di quattro mesi poi per tornare a Roma come gli alleati nel ’44? Speriamo di no.

Alla prossima miei prodi

Caterina

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