Domenica 21 aprile 2024
Rifugio Giuseppe Cardellini al Monte Giano
Avrebbe dovuto essere la gita del sabato, ma viste le previsioni non proprio incoraggianti decidiamo di spostarla al giorno dopo, domenica: il meteo sembra decisamente migliore, anche se non perfetto.
Il cambiamento di data riduce inevitabilmente i partecipanti; come sempre, pochi ma buoni! Dunque saremo Patrizia, Katharina, Eugenio, Giuseppe, Luciano e Bruno.
Partiti separatamente con due auto, ci ritroviamo incredibilmente riuniti per la colazione nello stesso bar di un paesino semideserto: tanto poté la predilezione di Arcoiris per le soste mangerecce!
Ripartiti, raggiungiamo la piccola chiesa di Santa Maria delle Grotte nei pressi di Antrodoco, costruita nel 1604 a seguito della scoperta, da parte di una giovane ragazza locale, di un’immagine dipinta sulla roccia della Madonna con Bambino, ritenuta nel tempo prodigiosa; ancora oggi, con una processione tra l’Ascensione e la Pentecoste, i fedeli portano in paese la statua della Madonna per circa tre settimane, per poi riportarla al santuario.
Qui parcheggiamo l’auto e cominciamo a salire il bel sentiero segnalato n. 10; dopo un breve inizio appena ripido, il percorso si snoda a svolte più morbide e senza alcuna difficoltà, mentre invece il tempo è indeciso sulla strada da prendere. Mentre saliamo, incontriamo in discesa alcuni ragazzi che scendono dalla cima di Monte Giano: sono intabarrati che nemmeno al K2 e commentano gravemente la situazione raccontando di vento molto forte, freddo e nebbia. In lontananza, il Terminillo si sta oscurando e contornando di nubi scure, cariche di pioggia; si distinguono perfettamente i “veli” forieri di guai. Proseguiamo con qualche perplessità, cadono le prime gocce, ma… finirà qui. Con il cielo che lentamente si rischiara, ripagandoci della fiducia, raggiungiamo la Chiesetta degli Alpini, costruita nel 1959 dal Gruppo Alpini in congedo di Antrodoco e dedicata alla Madonna della Julia, da cui si gode una magnifica vista a picco su Antrodoco e sulle montagne circostanti; il bosco che sale a Monte Giano è però fortemente danneggiato: alberi sradicati e tronchi spezzati testimoniano la violenza del vento che può tirare da queste parti.
Da qui in pochi minuti raggiungiamo il rifugio Giuseppe Cardellini, piccolo ma ottimamente restaurato, non gestito; all’esterno è comunque presente, rarità nelle nostre escursioni, una comoda panca che utilizziamo per il pranzo. Dopo una conversazione a proposito delle panchine rosse e le giuste riflessioni politiche, qualche minuto (!) di relax sotto un pallidissimo ma piacevole sole, ci sta proprio bene.
Meglio comunque non tirare troppo la corda del meteo, quindi ci avviamo per la discesa circondati da un paesaggio insolito in Appennino in questa stagione: qui di fronte, sul Monte Nuria, la cima è ancora bianca di neve mentre i boschi sottostanti sono già di un verde brillante. Un evento che ha reso a suo modo particolare questa bella escursione tra amici.
Bruno T.